Il Fatto Quotidiano

Sarraj canta vittoria e vola da Erdogan

- Roberta Zunini

In un giorno, dopo l'aeroporto di Tripoli, le forze del governo di Accordo Nazionale (Gna) guidate dal premier riconosciu­to dall'Onu Fayez al-Sarraj, sono riuscite a riguadagna­re anche il controllo di tutta la capitale. E mentre gli ultimi mercenari del "Generale rinnegato" Haftar lasciavano la periferia della cittá, Sarraj era giá volato al cospetto del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il suo più strenuo alleato per ringraziar­lo del dirimente aiuto. Erdogan ha promesso al premier libico di volerlo aumentare ancora. Due giorni fa invece il vice di Sarraj, Ahmed Maiteeg, era volato a Mosca per incontrare le autorità del Cremlino artefici della rimonta nel 2019 di Haftar, oggi sconfitto.

L'assedio di Tripoli - cominciato nell'aprile dello scorso anno - da parte delle milizie di Haftar, ribattezza­to "il rais della Cirenaica", è dunque terminato. Per ora. E probabilme­nte ancora per un po', ossia fino a quando Russia e Turchia, i due attori principali di questo conflitto civile diventato una guerra per procura, deciderann­o cosa fare, non solo in Libia ma anche in Siria. È da qui che Mosca e Ankara hanno cominciato a preparare, apparentem­ente da sponde opposte come in Libia - in realtá con una sorta di alleanza per escludere gli altri pretendent­i dal futuro tavolo per la spartizion­e della ricostruzi­one - la ricchissim­a torta di appalti che viene cucinata verso la fine di ogni conflitto per poi essere divorata nell'alba post bellica.

IL RITIRO

delle milizie di Haftar dalla capitale è iniziato ametá maggio. Le forze del rais di Bengazi hanno di giorno in giorno perso le città principali e le basi militari fino al confine con la Tunisia sottratte a Sarraj. Ora manca solo la roccaforte di Haftar nell'ovest: Tarouna. La situazione sul campo è mutata dall'inizio dell'anno con l'arrivo degli istruttori, dei mercenari e dei droni armati di Ankara a sostegno di Sarraj. Grazie a questi "giocattoli" volanti armati, peraltro costruiti dal genero del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, le forze (un insieme di milizie) del Gna sono riuscite a salire allo stesso livello di quelle nemiche anche in ambito aereo. Dieci giorni fa, l'arrivo in Libia da una base militare di Damasco di numerosi jet militari di fabbricazi­one russa e di nuovi mercenari della società di sicurezza privata russa Wagner (di proprietá di un oligarca amico del presidente Vladimir Putin) aveva provocato la reazione assai preoccupat­a diNazioni Unite, Stati Uniti e Gran Bretagna. Ex post, a quanto pare, questa flessione di muscoli non dissimulat­a è stata un escamotage dello Zar allo scopo di alzare la posta in occasione delle imminenti trattative, essendo la palla tornata nel campo avversario. Le sorti di Haftar e Sarraj sono nelle mani anche di altri alleati: con Haftar oltre alla Russia ci sono l'Egitto e gli Emirati Arabi. Entrambi si sono affrettati a esprimere il proprio favore circa la ripresa dei negoziati.

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