Il Fatto Quotidiano

Valentina Pitzalis ritorna vittima e si riprende la vita

Il suo ex tentò di ucciderla Ma, in una storia surreale, fu accusata di omicidio volontario e incendio doloso Complice una campagna d’odio ad hoc (e la stampa)

- Selvaggia Lucarelli

Giovedì 4 giugno è accaduto qualcosa che quasi tutti i giornali, quasi tutti i siti, tutte le tv a eccezione di un paio di reti televisive sarde, hanno invece ignorato.

Per Valentina Pitzalis, vittima di tentato femminicid­io nove anni fa, sfigurata dalle fiamme, perseguita­ta dalla madre del suo ex, stritolata dal folle cortocircu­ito di una giustizia che doveva proteggerl­a e invece l’ha massacrata, è finalmente arrivata la richiesta di archiviazi­one. Era accusata di omicidio volontario e incendio doloso, in una vicenda surreale in cui una vittima – una donna che il marito tentò di ammazzare – è diventata carnefice nel disinteres­se di tutti. E lo dico da cronista che segue la vicenda anni, ma anche da donna. Valentina Pitzalis è sempre stata una vittima di serie B, forse perché di una di quelle regioni della Sardegna, Carbonia, tra i luoghi più poveri d’Italia. Forse perché un po’ dark, forse perché dall’altra parte c’era una mamma che piangeva la morte del figlio: e in questo bizzarro Paese una mamma è sempre una mamma, pure se suo figlio ha tentato di ammazzare la moglie. Forse perché alla fine, tutti quelli che dal 2011 hanno provato a farla passare per assassina, un po’ ci sono riusciti. Anche con la stampa, spesso ostile, superficia­le, alla ricerca di uno scoop che non c’era e che ha alimentato odio ulteriore.

VALENTINA Pitzalis, nel 2011, sposò giovanissi­ma Manuel Piredda. Lui, ossessivo, geloso, dipendente da psicofarma­ci e con un lavoro precario, quando andavano a dormire disseminav­a la loro camera da letto di buste di plastica, per sentire i passi di lei, se avesse provato a uscire. A 18 anni fu denunciato da una ex fidanzatin­a minorenne perché lei lo aveva lasciato e lui, tra minacce varie, aveva distribuit­o in giro per Iglesias una sua foto in topless ( revenge porn ante litteram). Una fidanzatin­a che aveva osato lasciarlo, come fece anni dopo sua moglie Valentina. Seguiranno arresti, perizie psichiatri­che (“disturbo di personalit­à con tratti immaturi e paranoidei”), risse con nuovi ricoveri e una deriva nelle dipendenze che costringer­à Valentina, nel 2010, a lasciarlo. Lei si rifà una vita. Prende il diploma, lavora come barista, ha un fidanzato. Lui nel 2011 è allo sbando. Il 16 aprile, alle otto di sera invia un sms a Valentina: “Quando smonti mi dovresti portare il foglio dove chiedi il cambio di residenza”. Lei risponde che glielo darà la mattina dopo, ma lui insiste. Lei allora gli risponde male: “Se avevi questa urgenza potevi muovere il culo”. Alla fine la convince: le apre la porta, le getta la benzina addosso, le dà fuoco. Poi tenta di dare fuoco alla casa, ma respira i fumi dell’incendio, va in asfissia, cade, muore. Lei si salverà per miracolo, ma rimarrà sfigurata.

BASTEREBBE­RO quegli sms agli atti, i pregressi di Manuel, i racconti di Valentina sempre coerenti, per ritenere questa ragazza vittima di tentato omicidio. Senza ombre. E invece la madre del ragazzo, per anni, ha tentato di riscrivere la storia: ha fondato gruppi fb in cui ha cercato di insinuare che Valentina avesse tentato di uccidere Manuel (fomentando un odio che le è costato una condanna e un processo per diffamazio­ne ancora in corso). A colpi di esposti e perfino denunce al pm Paolo De Angelis che aveva archiviato, questa madre è riuscita, nel 2017, a ottenere che la Pitzalis fosse indagata per omicidio volontario. Un caso di vittimizza­zione secondaria senza precedenti al mondo.

La Pitzalis, quasi morta, disabile, traumatizz­ata, si era ricostruit­a una vita parlando della sua esperienza nelle scuole. Tutto finito. Su di lei ormai aleggia quel sospetto. E ogni volta che qualcuno la invita, puntuale, arriva il messaggio della madre del suo ex: “Se la invitate subirete anche voi conseguenz­e legali”. Nei gruppi fb contro di lei scrivono: “Dovevi finire di bruciare”, “S trega”, “Puttana”. Tre anni di incidente probatorio in cui è stato riesumato un cadavere, in cui Valentina è stata spogliata per indagare sulle sue ustioni, in cui l’accusa ha tentato di percorrere strade surreali, accusando Valentina di aver sparato a Manuel quella notte per poi cercare di coinvolger­e nell’omicidio perfino sua sorella che quando Valentina bruciava, le inviava sms disperati: “Sei rientrata? Mi stai facendo venire l’ansia. Per favore rispondi!”. Un iter surreale, con una procura che ha riesumato una vicenda conclusa e archiviata ben due volte per indagare ancora su piste fantasiose, suggerite in massima parte da Elisabetta Sionis, laurea in Pedagogia, che nella sua consulenza ai confini con l’esoterismo ritiene che chi indaga debba valutare l’ipotesi che Valentina agisca ispirata dal numero 17 e dalla figura di Freddy Kruger. Tutto vero.

Nel frattempo, 9 anni della vita di questa ragazza sono stati calpestati, stritolati, risucchiat­i. Ora, finalmente, la richiesta di archiviazi­one. Speriamo che per la parola fine non le facciano aspettare un’altra vita. Perché la prima, di vita, gliel’hanno rubata abbastanza.

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per Vale “Sono felice, ma aspetto la chiusura definitiva di tutta questa ingiusta vicenda”
FOTO FB Un sorriso per Vale “Sono felice, ma aspetto la chiusura definitiva di tutta questa ingiusta vicenda”

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