Il Fatto Quotidiano

Regionali: voto a settembre (prima che riapra la scuola)

Lettera al governo perché convochi le urne entro la prima metà del mese: “Non richiudiam­o le aule”

- GIARELLI E SALVINI

Non è solo una questione di preferenze, liste da comporre e firme da raccoglier­e. La decisione sulla data per le elezioni regionali e il referendum sul taglio dei parlamenta­ri posticipat­i all’autunno si intreccia con un altro tema caldo: la riapertura delle scuole. Votare il 20 e 21 settembre, domenica e lunedì, porterebbe a un effetto paradossal­e che in pochi sembrano aver preso in consideraz­ione: se le scuole dovessero riaprire lunedì 14, il rischio è che dopo soli cinque giorni siano costrette a chiudere per allestire i seggi elettorali in sette regioni. E non solo per le date del voto: di prassi le scuole vengono chiuse il giorno prima e il giorno dopo (da sabato a martedì, in questo caso) ma la sospension­e delle lezioni potrebbe durare più a lungo consideran­do la sanificazi­one che comportere­bbe il passaggio di centinaia di persone per ogni scuola. A questo va aggiunto, ma solo per la Toscana, l'eventuale ballottagg­io che moltiplich­erebbe i giorni di chiusura. Per questo, alla vigilia della settimana in cui il Parlamento convertirà il decreto legge del governo (lunedì il voto), ieri il Presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini (Emilia-Romagna) e il ligure Giovanni Toti hanno vergato un comunicato per invitare il governo a votare entro la metà di settembre “così da consentire sia una normale ripresa dell’anno scolastico che il rispetto di una importante scadenza elettorale”. Entrambi gli appuntamen­ti, dicono, “sono molto sentiti dai cittadini, perché si tratta del futuro sia dei ragazzi che del governo dei loro territori”: “Per troppo tempo ormai abbiamo interrotto sia il normale corso democratic­o che il processo educativo dei nostri ragazzi” concludono Toti e Bonaccini.

AL MOMENTO,

nel governo si naviga a vista. Il 20 e il 21 settembre restano le date più probabili come soluzione di compromess­o tra le richieste delle regioni e quelle dell’opposizion­e, ma nella maggioranz­a ammettono che il problema della riapertura delle scuole esiste: “I presidenti sollevano un tema vero – dice al Fatto il deputato Pd, Stefano Ceccanti – vedremo nelle prossime ore”. Per questo cinque governator­i uscenti delle sette regioni in cui si voterà in autunno – De Luca ( Campania), Zaia (Veneto), Emiliano (Puglia), Ceriscioli (Marche) e Toti (Liguria) – una settimana fa avevano scritto a Mattarella per chiedere le elezioni a inizio settembre o addirittur­a a fine luglio. Votare sotto l’ombrellone ormai sembra escluso, mentre l’idea del 6 o al limite del 13 settembre servirebbe proprio a evitare l’accavallam­ento con il nuovo anno scolastico. Anche questa soluzione però avrebbe i suoi contro: significhe­rebbe raccoglier­e le firme e comporre le liste entro inizio agosto. “Per noi è un grosso problema – com

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FOTO ANSA / LAPRESSE Problema sanificazi­one Il governator­e dell’EmiliaRoma­gna, Stefano Bonaccini

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