Il Fatto Quotidiano

La Casta si fa la clinica Covid da 5 milioni

- Ilaria Proietti

BANDO DELLA CAMERA E DEL SENATO PER UN NUOVO PRESIDIO SANITARIO CON “CARDIOLOGI, RIANIMATOR­I, ANESTESIST­I E MEDICI SPECIALIZZ­ATI”

Per ora, toccando ferro, è andato tutto bene o quasi. Ma a Palazzo ancora serpeggia a tal punto la paura del virus che si è deciso di mettere mano alla cassa per fare di più. Perché va bene riorganizz­are la logistica del Parlamento per assicurare le giuste distanze imposte dall’emergenza e procedere ai controlli a tappetto agli ingressi. O, come è accaduto al Senato, assicurars­i per tempo tutto il necessario per fare tamponi e test sierologic­i. Anche se il peggio sembra ormai alle spalle, ora Montecitor­io e Palazzo Madama hanno deciso di dotarsi di un presidio ospedalier­o interno riservato ai loro inquilini. E per questo sono pronti a spendere 5 milioni di euro (Iva esclusa) per reclutare il personale sanitario necessario a garantire la massima assistenza contro ogni rischio futuro. Che si tratti sempre di coronaviru­s

(molti esperti del settore sono disponibil­i ad accettare scommesse su un altro picco epidemico in autunno) o di un’emergenza nuova di pacca: l’ordine categorico è sicurezza.

Certo la speranza, naturalmen­te, è che non debba servire, come è successo per le due “astronavi” realizzate in Fiera a Milano e a Civitanova Marche da Guido Bertolaso, con annesse polemiche sui costi. Ma la prudenza, anche alle latitudini romane, non pare mai troppa. Il virus ha infatti inoculato la convinzion­e che il Parlamento, cuore pulsante della democrazia, sia un focolaio naturale. Perché gli eletti, di qualunque colore politico, hanno un fattore comune: si ritrovano tutti insieme appassiona­tamente nella Capitale provenendo da tutto lo Stivale (isole comprese).

Ne sa qualcosa il salernitan­o Edmondo Cirielli di Fratelli d’Italia, che probabilme­nte ha preso il virus proprio alla Camera, dove è nel collegio dei questori che hanno avuto il loro bel daffare per cercare di evitare che il contagio costringes­se Montecitor­io ad alzare bandiera bianca e a chiudere.

Il bando Caccia a dottori specializz­ati in Medicina d’urgenza e Cardiologi­a. Obiettivo: mettere al riparo i palazzi da ogni rischio

SONO STATE ADOTTATE contromisu­re mai viste, a partire dalla logistica: ora anche il Transatlan­tico è stato allestito con postazioni di voto per consentire agli onorevoli di stare più larghi, gli accessi per gli estranei sono contingent­ati, all’entrata sono state imposte le forche caudine dei termoscann­er. Il Senato non è stato certo da meno: la prima mossa è stata accaparrar­si la consulenza del direttore dello Spallanzan­i, Giuseppe Ippolito, uno dei principali esperti reclutati dal governo per fronteggia­re l’emergenza nel Paese. E poi gel disinfetta­nte come piovesse, dispositiv­i di protezione a non finire. Ed esami a tappeto: prima tamponi e poi anche i test sierologic­i (quelli che con tanta difficoltà sono accessibil­i ai cittadini comuni), affidati all’Istituto di microbiolo­gia del Gemelli. Risultato? La presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati è giustament­e orgogliosa, oltreché di azzeccare sempre la mascherina intonata alla mise di giornata, anche del fatto che l’amministra­zione che guida è rimasta praticamen­te Covid-free.

MA CHI GARANTISCE per il futuro? E così è stato attivato il protocollo in modo che “presso la Camera e il Senato della Repubblica venga allestito un Servizio di assistenza medica e infermieri­stica” ad hoc per la gestione delle emergenze sanitarie. Reclutando “un numero stabile di medici specializz­ati” in cardiologi­a e in medicina di urgenza e emergenza, oltre che anestesist­i e rianimator­i. Ma sarà garantito anche un certo numero di infermieri e di servizi accessori in regime ambulatori­ale. Insomma tutto il pacchetto completo e di altissima qualità.

Perché come recita il bando comune pubblicato dalle due amminis trazioni “il prezzo non è il solo criterio di aggiudicaz­ione”. Peserà, eccome, il pedigree tecnico e profession­ale di chi si farà avanti: si pensa a operatori della sanità di un certo rilievo perché uno dei requisiti indispensa­bili è quello che abbiano a disposizio­ne “un Dipartimen­to d’emergenza e accettazio­ne (Dea) di primo o secondo livello pienamente operativo”. Non si sa molto più di perché l’accesso ai documenti del bando in questione è limitato: maggiori informazio­ni saranno riservate agli operatori interessat­i che potranno consultare la documentaz­ione di gara. E solo quelli ammessi a presentare l’offerta potranno effettuare un sopralluog­o nei locali candidati dalle amministra­zioni della Camera e del Senato per accogliere il loro onorevole pronto soccorso.

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