Effetto virus: De Luca gongola Liti a destra su Fitto e Toscana
Anche per le elezioni regionali c’è un prima e un dopo- Covid. L’e m e rgenza ha cambiato tutto: qualcuno, come Vincenzo De Luca in Campania, era in bilico e ora è saldo alla guida di una super-coalizione; altri, come Susanna Ceccardi in Toscana, sono passati dalla candidatura certa al rischio di rimanere a casa. Con in più l’incognita Val d’Aosta, dove si voterà dopo il commissariamento (ma lì i partiti locali sono più forti di quelli nazionali).
PUGLIA.
Pur di far la voce grossa con gli alleati, Salvini ha rotto con i leghisti locali. Lo sfidante di Michele Emiliano (sostenuto pure da Nichi Vendola) sarebbe dovuto essere Raffaele Fitto di FdI. Ma la Lega ancora non si è arresa e vuole almeno una candidatura tra Campania e Puglia. Così Salvini ha proposto Nuccio Altieri, per l’ira dei leghisti pugliesi: 108 esponenti del Carroccio hanno scritto all’ex ministro accusandolo di averli esclusi da ogni dibattito.
CAMPANIA. Alla fine sarà ancora Vincenzo De Luca. Star mediatica dell’emergenza, ha ottenuto l’appoggio di una coalizione larghissima (ma senza i 5 Stelle) che va dall’area di Sandro Ruotolo a Clemente Mastella, fino a tre giorni fa in Forza Italia. Più intricata la questione a destra perché i berlusconiani pensano a Stefano Caldoro, ma Salvini ieri ha iniziato la campagna elettorale e ha ribadito di pensare a ben altro, tanto più che pure all’interno di FI Mara Carfagna non è convinta e sponsorizza il pm Catello Maresca.
TOSCANA. Secondo Noto Sondaggi, il centrosinistra è in vantaggio sul centrodestra di un paio di punti. Ma se il Pd e i suoi alleati hanno scelto Eugenio Giani, a destra si litiga. La Lega dà per certa Susanna Ceccardi, il resto della coalizione non è convinto: “Il Covid ha cambiato tutto – ha detto il forzista Stefano Mugnai – possono cambiare anche le candidature”. Un’ipotesi è il deputato di FI Maurizio Carrara, ma anche FdI potrebbe avanzare pretese. C’è poi il M5S di Irene Galletti, disponibile all’alleanza con il Pd in caso di passo indietro di Giani. Inutile ora avventurarsi in convivenze forzate, anche
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perché qui è previsto il ballottaggio e i 5 Stelle, anche senza intesa formale, potrebbero poi aiutare il centrosinistra.
VENETO. Durante l’emergenza, Luca Zaia ha aumentato il proprio consenso personale tanto da spingere per le elezioni già a luglio. A sinistra probabilmente si punterà ancora sul candidato pre-Covid, il vicesindaco di Padova Arturo Lorenzoni. Profilo lontano, anche per effetto mediatico, dal leghista. Motivo per cui a fine maggio lo stesso Lorenzoni si era lasciato scappare una suggestione: “Se Andrea Crisanti volesse candidarsi gli lascerei volentieri il posto”. Difficile. Il M5S, intanto, su Rousseau ha scelto l’ex senatore Enrico Cappelletti.
LIGURIA. Giovanni Toti è ancora in testa ai sondaggi, ma la recente gestione della pandemia potrebbe costargli qualcosa: insieme alla Lombardia e alla Valle d’Aosta, da aprile la Liguria ha il peggior rapporto tra decessi e numero di abitanti. E ieri il Tar ha pure bocciato la gara per l’affidamento ai privati della gestione di due ospedali. Ieri notte 5 Stelle e Pd hanno provato per l’ennesima volta a trovare l’intesa sul candidato: oltre a Ferruccio Sansa c’è Ariel Dello Strologo, con Aristide Massardo più dietro. Alice Salvatore, in inverno scelta come candidata grillina, ha lasciato il M5S e ha creato una sua lista.
MARCHE. Il Pd va ancora su Maurizio Mangialardi nonostante alcuni esponenti locali vogliano rivalutare la posizione del governatore uscente Luca Ceriscioli, indotto al passo indietro prima della pandemia. I 5 Stelle, i cui vertici marchigiani erano favorevoli all’accordo prima del niet di Di Maio, hanno poi virato su Gian Mario Mercorelli. Ma è a destra la vera incognita: il nome sarebbe dovuto essere Francesco Acquaroli di FdI. Nel domino delle Regioni, però, un cambiamento altrove potrebbe avere conseguenze pure qui.
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