Renzi: “Solo fuffa su Tempa Rossa” Ma c’è il processo
Domenica sera, Matteo Renzi ospite a
Non è l’Arena non ha dubbi: l’indagine su Tempa Rossa, diretta dall’ex pm e poi ex capo del Dap Francesco Basentini, è stata un’inchiesta “fuffa”, “a s s u rda ”. Che cosa ha prodotto? “Zero dal punto di vista giudiziario, un’ecatombe dal punto di vista politico”, tira dritto il leader di Italia Viva.
IL TEMA
dell’indagine di Potenza viene fuori mentre si parla delle dimissioni di Basentini, ex capo del Dap travolto dalla bufera del caso sulle scarcerazioni dei boss in pieno periodo Covid. Evidentemente a Matteo Renzi non deve essere piaciuta quell’indagine di cui Basentini era titolare insieme alla pm Laura Triassi. Forse perché ad aprile del 2016 portò alle dimissione di Federica Guidi. Mai indagata, l’ex ministro del governo Renzi lasciò dopo l’iscrizione del suo ex compagno e la pubblicazione di alcune intercettazioni.
Ma vediamo come è finita realmente l’inchiesta “fuffa”. “Quella indagine – ha tuonato Renzi in collegamento con Massimo Giletti – non è arrivata a nulla, ma non a un procedimento, non è arrivata neanche in fase di indagine”. Non è proprio così.
L’inchiesta è stata scorporata, per competenza, in due parti: una è finita a Roma e una parte, invece, è rimasta a Potenza. I filoni rimasti in Basilicata sono a dibattimento in primo di grado. Uno riguarda il caso legato al comune di Corleto Perticara, dove tra gli imputati, per alcune vicende legate alle assunzioni, c’è l’ex sindaco Rosaria Vicino, accusata di peculato, concussione e corruzione. È in primo grado anche il filone sullo smaltimento illecito degli scarti di produzione del Centro oli dell’Eni di Viggiano che vede imputati due ex responsabili del distretto meridionale dell’Eni, Ruggero Gheller ed Enrico Trovato, accusati di traffico illecito di rifiuti. La requisitoria del pm è prevista per fine giugno.
Se a Potenza si è quindi in fase di dibattimento, a Roma invece è stato tutto archiviato. Nella Capitale molto tempo fa è arrivato il fascicolo sul cosiddetto “quartierino romano”, di cui secondo gli investigatori di Potenza faceva parte, anche l’ex compagno dell ’ex ministro Guidi, Gianluca Gemelli, inizialmente accusato di traffico di influenze illecite e poi archiviato.
DA POTENZA
gli atti sono stati inviati a Roma dopo la decisione della Procura generale che aveva dato ragione al legale di Ivan Colicchi, l’ex presidente della Compagnia delle Opere di Roma, accusato anche lui di traffico di influenze illecite e anche questi archiviato. Era forse questa la parte dell’indagine che per Matteo Renzi aveva prodotto zero risultati. Evidentemente ha informazioni incomplete. Oppure ha dimenticato il processo in corso a Potenza.