Dopo 3 mesi arriva la Cig Quella veloce a fine luglio
È la falla più grande delle misure messe in campo per fronteggiare l’emergenza Covid. Ma ora anche la promessa di rendere la cassa integrazione meno farraginosa e soprattutto più veloce rischia di trasformarsi in un altro passo falso. La spiegazione sta tutta nei numeri.
A FINE MARZO,
presentando il Cura Italia, che ha esteso la cassa ordinaria e quella in deroga a tutte le imprese danneggiate, il governo aveva promesso il pagamento dei sussidi entro il 15 aprile. Ma tra ritardi, rimpalli, litigi, 21 diversi accordi, 21 diverse tempistiche e 21 diverse procedure regionali ci sono voluti ben 90 giorni per pagare l’indennizzo di marzo e aprile a 8,4 milioni di lavoratori. Sempre che l’ultima dichiarazione del presidente dell’Inps Pasquale Tridico si concretizzi: “Entro venerdì 12 giugno pagheremo tutte le 419.670 mila domande giacenti”, ha spiegato ieri a Repubblica. Una dichiarazione che tra i consulenti del lavoro desta più di qualche perplessità. Gli ultimi a ricevere la Cig saranno i lavoratori le cui aziende non hanno compilato correttamente il modello SR41 in cui ci sono i dati e l’Iban di chi è stato effettivamente messo in cig e non solo potenzialmente inserito nella domanda.
Da qui la promessa di un pagamento rapido della nuova cassa integrazione a partire dal mese di maggio. Nel dl Rilancio è stato infatti previsto un meccanismo che bypassa le Regioni, con la richiesta del sussidio che va fatta direttamente all’Inps che potrà così anticipare il 40% della somma dovuta in
IL RITARDO PER CHI È IN CASSA DA MARZO, SOLDI IN AUTUNNO
tempi definiti “veloci”. Ma anche questa procedura rischia di trasformarsi in un nuovo terreno scivoloso: solo entro la fine di luglio, i lavoratori otterranno l’acconto della Cig per poi dover aspettare i primi di settembre per ottenere il saldo. Per capire: con una Cig a zero ore e 800 euro netti al mese, si prenderanno 400 euro di acconto per 5 settimane. Poi in autunno arriveranno altri 600 euro.
“ANCHE
se sarà solo l’Inps a gestire il meccanismo, la procedura resta complessa”, spiega il consulente del lavoro Enzo De Fusco. Dal 18 giugno (a 30 giorni dall’entrata in vigore del dl Rilancio), se verranno emanati i decreti interministeriali di Lavoro ed Economia e pubbli
cate le istruzioni da parte dell’Inps, le aziende avranno 15 giorni di tempo per presentare la domanda di Cig e altri 15 giorni avrà l’Inps per mettere in pagamento l’anticipo delle ore autorizzate relative a maggio. Con un enorme problema ancora in cerca di una risoluzione. “Le molte aziende che a metà giugno termineranno le vecchie 9 settimane di cig, rinnovate in 5+4 dal dl Rilancio, non potranno presentare le domanda prima di inizio settembre. Un buco di due mesi e mezzo che diventa ingestibile senza la cassa integrazione, perché il lavoratore non viene impiegato e allo stesso tempo non può essere licenziato, dato che fino al 17 agosto non si potrà mandare a casa nessuno”, spiega De Fusco.
Il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo negli scorsi giorni ha detto che punterà ad estendere al 31 dicembre sia la Cig che il blocco dei licenziamenti. In attesa che tra tre giorni vengono dati i primi soldi a 420 mila lavoratori che li aspettano da tre mesi.