Immuni, tra la notifica e il test: medici di base e 48h di tempo
LA APP AVVIATA IN QUATTRO REGIONI: PIÙ O MENO PRONTE
Il primo giorno di Immuni, la app di tracciamento, è arrivato: ieri è partita la sperimentazione in quattro Regioni, dove almeno in teoria è tutto pronto per gestire quei cittadini a cui dovesse essere notificato di aver avuto un contatto a rischio. Superati ormai i dubbi sulla piattaforma, ora che anche Huawei ha dato il via libera al download, resta il passaggio più critico: cosa accade tra l’eventuale notifica, la quarantena e l’eventuale test. Abbiamo cercato di capirlo.
LIGURIA.
La Regione, nelle ultime settimane, è schizzata in vetta alla classifica dei decessi in rapporto alla popolazione. Secondo le statistiche elaborate dall’epidemiologo Valerio Gennaro ( Medici per l’A mbiente) dal 31 maggio al 6 giugno si sono raggiunti i 21,3 decessi ogni milione di abitanti, più del Piemonte (17,4) e della Lombardia (16,9). E adesso c’è l’incognita del turismo, lombardi e piemontesi in Riviera come lo scorso weekend. La Regione, pur sottolineando che il coordinamento delle operazioni è nazionale, ha approntato una tabella di marcia: appena la app avviserà dell’avvenuto contatto con un positivo, scatterà una segnalazione al servizio di medicina generale e alle Asl. E oltre alla quarantena sarà disposto un tampone. Per il momento non ci sono state assunzioni per il servizio; il decreto Rilancio potenzierà la sanità territoriale. M A RCH E . Tampone o esame sierologico entro massimo 48 ore dal rilevamento del presunto contatto con un soggetto positivo. “La persona potrà chiamare il medico di base che farà da filtro con il servizio sanitario territoriale – spiega il governatore delle Marche e assessore alla Sanità, Luca Ceriscioli –. La filiera consentirà di effettuare il tampone o l’esame sierologico nel giro di 24-48 ore, non tre settimane come ipotizzato da qualcuno”. La speranza è che almeno la metà dei marchigiani (750mila circa) scarichi l’applicazione. “Parliamo di uno strumento molto importante”, dice Ceriscioli.
PUGLIA.
Chi dovesse ricevere la notifica di un contatto a rischio ha l’obbligo di informare il medico curante, che trasmetterà tutto all’Asl di competenza attivando la macchina che, secondo le previsioni della Regione, dovrebbe concludersi in brevissimo tempo con l’esecuzione di un tampone e con i risultati. Il tempo è il fattore sul quale la Puglia guidata da Michele Emiliano ha lavorato: al momento vengono effettuati tra 1.500 e i 2.000 tamponi al giorno, ma la Regione è in grado di raggiungere quota 3.500.
Potenziata, inoltre, la rete di laboratori per l’analisi: sono 15, alcuni considerati “super laboratori” come quello dell’ospedale “Di Venere” che dalla sua trasformazione da laboratorio oncologico a laboratorio anti Covid è riuscito a raggiungere un volume di oltre 300 tamponi analizzati al giorno. “L’opportunità di sperimentare la app Immuni – commenta il direttore del Dipartimento Politiche per la Salute, Vito Montanaro – consentirà di avviare il ‘Progetto territorio’ con medici e pediatri. Interagiranno per primi con i pugliesi per illustrare l’utilità epidemiologica e sanitaria dell’app”.
ABRUZZO.
Ieri in Abruzzo non è stato registrato nessun nuovo positivo o decesso per coronavirus. Un quadro clinico e astrale ideale per l’avvio dell’app Immuni. Le Asl abruzzesi sono abilitate a inserire nell’apposita piattaforma i dati relativi ai contagi. Se per essere efficace l’applicazione dovrà essere scaricata da almeno il 60% della popolazione, fatti due calcoli si parla di quasi 700 mila abruzzesi. La partenza di ieri è stata però in salita. “Sono giorni che tento di installarla, ma il mio sistema operativo non è compatibile”, ha detto all’Ansa una ragazza di Montesilvano, vicino Pescara. Ancora ignoti i numeri dei download. Quello abruzzese è un territorio in cui, nelle aree interne più impervie, anche un semplice 3G è un miraggio. “Vogliamo raccomandare l’uso dell’app anche ai turisti che sceglieranno di trascorrere le loro vacanze in Abruzzo”, spiega l’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì.