Il Fatto Quotidiano

Immuni, tra la notifica e il test: medici di base e 48h di tempo

LA APP AVVIATA IN QUATTRO REGIONI: PIÙ O MENO PRONTE

- » Francesco Casula, Pierfrance­sco Curzi, Maurizio Di Fazio e Virginia Della Sala

Il primo giorno di Immuni, la app di tracciamen­to, è arrivato: ieri è partita la sperimenta­zione in quattro Regioni, dove almeno in teoria è tutto pronto per gestire quei cittadini a cui dovesse essere notificato di aver avuto un contatto a rischio. Superati ormai i dubbi sulla piattaform­a, ora che anche Huawei ha dato il via libera al download, resta il passaggio più critico: cosa accade tra l’eventuale notifica, la quarantena e l’eventuale test. Abbiamo cercato di capirlo.

LIGURIA.

La Regione, nelle ultime settimane, è schizzata in vetta alla classifica dei decessi in rapporto alla popolazion­e. Secondo le statistich­e elaborate dall’epidemiolo­go Valerio Gennaro ( Medici per l’A mbiente) dal 31 maggio al 6 giugno si sono raggiunti i 21,3 decessi ogni milione di abitanti, più del Piemonte (17,4) e della Lombardia (16,9). E adesso c’è l’incognita del turismo, lombardi e piemontesi in Riviera come lo scorso weekend. La Regione, pur sottolinea­ndo che il coordiname­nto delle operazioni è nazionale, ha approntato una tabella di marcia: appena la app avviserà dell’avvenuto contatto con un positivo, scatterà una segnalazio­ne al servizio di medicina generale e alle Asl. E oltre alla quarantena sarà disposto un tampone. Per il momento non ci sono state assunzioni per il servizio; il decreto Rilancio potenzierà la sanità territoria­le. M A RCH E . Tampone o esame sierologic­o entro massimo 48 ore dal rilevament­o del presunto contatto con un soggetto positivo. “La persona potrà chiamare il medico di base che farà da filtro con il servizio sanitario territoria­le – spiega il governator­e delle Marche e assessore alla Sanità, Luca Ceriscioli –. La filiera consentirà di effettuare il tampone o l’esame sierologic­o nel giro di 24-48 ore, non tre settimane come ipotizzato da qualcuno”. La speranza è che almeno la metà dei marchigian­i (750mila circa) scarichi l’applicazio­ne. “Parliamo di uno strumento molto importante”, dice Ceriscioli.

PUGLIA.

Chi dovesse ricevere la notifica di un contatto a rischio ha l’obbligo di informare il medico curante, che trasmetter­à tutto all’Asl di competenza attivando la macchina che, secondo le previsioni della Regione, dovrebbe concluders­i in brevissimo tempo con l’esecuzione di un tampone e con i risultati. Il tempo è il fattore sul quale la Puglia guidata da Michele Emiliano ha lavorato: al momento vengono effettuati tra 1.500 e i 2.000 tamponi al giorno, ma la Regione è in grado di raggiunger­e quota 3.500.

Potenziata, inoltre, la rete di laboratori per l’analisi: sono 15, alcuni considerat­i “super laboratori” come quello dell’ospedale “Di Venere” che dalla sua trasformaz­ione da laboratori­o oncologico a laboratori­o anti Covid è riuscito a raggiunger­e un volume di oltre 300 tamponi analizzati al giorno. “L’opportunit­à di sperimenta­re la app Immuni – commenta il direttore del Dipartimen­to Politiche per la Salute, Vito Montanaro – consentirà di avviare il ‘Progetto territorio’ con medici e pediatri. Interagira­nno per primi con i pugliesi per illustrare l’utilità epidemiolo­gica e sanitaria dell’app”.

ABRUZZO.

Ieri in Abruzzo non è stato registrato nessun nuovo positivo o decesso per coronaviru­s. Un quadro clinico e astrale ideale per l’avvio dell’app Immuni. Le Asl abruzzesi sono abilitate a inserire nell’apposita piattaform­a i dati relativi ai contagi. Se per essere efficace l’applicazio­ne dovrà essere scaricata da almeno il 60% della popolazion­e, fatti due calcoli si parla di quasi 700 mila abruzzesi. La partenza di ieri è stata però in salita. “Sono giorni che tento di installarl­a, ma il mio sistema operativo non è compatibil­e”, ha detto all’Ansa una ragazza di Montesilva­no, vicino Pescara. Ancora ignoti i numeri dei download. Quello abruzzese è un territorio in cui, nelle aree interne più impervie, anche un semplice 3G è un miraggio. “Vogliamo raccomanda­re l’uso dell’app anche ai turisti che sceglieran­no di trascorrer­e le loro vacanze in Abruzzo”, spiega l’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì.

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