Il Fatto Quotidiano

Virus dalla clinica alla Rai: ritardati test e isolamento

- Marco Pasciuti

Uno spettro si aggira tra le palazzine Rai di Saxa Rubra: il Covid-19. Nella cittadella che sorge a Roma sulla via Flaminia, cuore della produzione del servizio pubblico radiotv, serpeggia la paura che il contagio partito da RaiNews24 si sia diffuso in maniera incontroll­ata. Centodieci i tamponi effettuati dalla Asl Roma 1, cinque le persone positive al virus individuat­e ufficialme­nte, tutti tecnici, ma ce ne sarebbero altri 4.

SECONDO GLI ESPERTI

della Regione, a portare il SarsCov2 nella struttura sarebbe stato un tecnico che aveva una parente ricoverata all’Istituto San Raffaele Pisana, la clinica del gruppo guidato dal deputato di Forza Italia Antonio Angelucci trasformat­a in un focolaio che preoccupa da giorni la Capitale e ha propaggini anche a Montopoli, nel Reatino: 109 contagi, 5 morti, migliaia di test. L’uomo l’avrebbe poi trasmesso a un parente (forse un cognato) che lavora a Rai Sport.

Tra gli infetti c’è un tecnico degli studi del Tg2. Sarebbe stato contagiato da uno dei primi 3 casi registrati nella rete “all news” diretta da Antonio Di Bella al distributo­re di caffè della palazzina: poiché durante l’emergenza il bar era chiuso, per settimane è stato utilizzato dai dipendenti di diverse strutture. Un altro caso sarebbe stato trovato nello studio “Saxa 5”.

Ora l’azienda sta sottoponen­do i dipendenti al test sierologic­o, ma chi lavora in Rai ha paura. “Il problema si è verificato nella sala regia di RaiNews dove c’è una commistion­e tra tecnici e giornalis ti”, racconta un dipendente. “Nella regia ruotano nelle 24 ore

100 persone e la squadra tecnica fatta di registi, tecnici, assistenti, operatori non ha turni fissi – racconta un’altra fonte –. Tutti lavorano con tutti”. Ancora: “Sono state messe in quarantena solo 9 persone – prosegue –, i nomi indicati dal collega” risultato positivo. “Tutti gli altri che avevano fatto il turno con lui nella stessa regia hanno continuato a lavorare. Una collega che aveva lavorato per due giorni con lui, non essendo stata nominata magari per una dimentican­za, non è stata isolata anche se aveva fatto presente all’azienda il contatto”. Altro problema: le squadre tecniche lavorano in diversi studi, i turni li portano a girare tra le strutture. Ora molti chiedono di superare le rigidità sulla privacy: “L’azienda deve rendere noti al suo interno i nomi dei contagiati – afferma un altro lavoratore – abbiamo diritto di sapere se siamo entrati in contatto con loro. La sera torniamo dalle nostre famiglie”.

“Ieri una collega mi ha detto: ‘Mi è stato comunicato che do

TIMORI “AL LAVORO ANCHE DOPO CONTATTI A RISCHIO”

mani farò il tampone’– racconta un’altra dipendente –. Ma in quel momento era accanto a me”, prosegue. Tante domande per la task force aziendale anti-Covid: “Le persone tamponate oggi (domenica, ndr) fino a sabato hanno lavorato?”.

Cgil, Cisl, Uil e Stampa Romana chiedono alla Regione test sierologic­i e tamponi per tutti i dipendenti: “Saxa Rubra ha migliaia di lavoratori - dicono - Tra famigliari, parenti e amici, potrebbe significar­e avere un terzo della città a rischio”. “È già tardi - commentava ieri sera una giornalist­a - Se il palazzo delle Garbatella occupato è stato quarantena­to per 5 casi, a Saxa con tutto quel via vai andava chiuso tutto”.

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FOTO ANSA Via Flaminia L’ingresso del centro di produzione Rai di Saxa Rubra

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