“Sono un Trump e un Briatore in monopattino”
“Da siciliano volevo che il mio piccolo avesse il nome del nonno. Ma qui a Beverly Hills gli americani storpiano la pronuncia. Lo avrebbero chiamato Giuseppi. Allora ho pensato un qualcosa che iniziasse con G, come quello di papà, e ho scelto George, poi ho aggiunto la W di William, che è più americano. Siamo felicissimi io e Samantha del nostro meraviglioso George W. Si chiama come Bush, un grand’uomo” Salvatore Palella, mister Monopattino, il conquistatore dell’Italia a due rotelline, che ti fa correre senza dover sudare, ti fa cadere senza mandarti in ospedale e ti fa spendere pochissimo per il noleggio, è il volto dell ’ impresa pirotecnica, scapigliata, non allineata.
Helbiz la società con la quale è entrato nel business della smart mobility, fatturava ottomila euro due anni fa. Ora vale 160 milioni.
Forbes dice che è il nuovo guru della mobilità green.
“Alt: negli Usa come fatturato stavamo già a 300 mila dollari”.
Ugualmente pochi. Ma il monopattino piace alla gente che piace.
Esattamente. L’avvocato che deve arrivare puntuale all’appuntamento, il notaio, il businessman.
Lei abita a Beverly Hills, ha sposato una ex modella, Samantha Hoopes ed è papà di George W. Già così è molto cool.
Sto con Trump fino al midollo. E sono nato il 29 settembre, il giorno di Silvio Berlusconi.
A 17 anni era a Dublino. Poi a Londra e a Milano. Un po’ cameriere, un po’commerciante, un po’ affarista, un po’ spicciafaccende.
Mi sono sempre dato da fare. Dove c’è un problema c’è una soluzione.
Acutissimo, spregiudicato, vitale, arrembante. Soprattutto scaltro.
Faccio, faccio, faccio. Sono avanti.
Un po’ di guai con una società ora decotta, la Witamine.
Faccenda chiusa.
Andiamo a riprenderla dalla soffitta.
È una società finita, per colpa della quale sono stata vittima di una estorsione. Lei mi fa queste domande perché dalla Sicilia è partito un attacco contro di me”.
Era il prestanome di un signore poco raccomandabile.
Tutto chiarito col giudice. E vicenda archiviata. Il giornalista che lo ha scritto neanche mi ha chiamato.
La Sicilia l’ha scritto indagando sul suo passato.
In Sicilia non vedranno mai i miei monopattini. Vado ovunque ma non lì.
Due protesti cambiari.
Non ricordo.
Mi pare per 50 mila euro.
Ora ricordo.
I pagamenti non onorati ai calciatori dell’Acireale, quando nel 2013 ha fatto il presidente della squadra della sua città.
Quell ’ investimento fu una scelta sbagliata, un anno da dimenticare.
In una intercettazione un tizio le dice: “Tu in cinque anni l’hai messo in culo a mezza Italia”.
Rifiuto questa interpretazione, non mi racconta, non mi disegna, non dice chi è veramente Salvatore, Salvo per gli amici, Palella.
È un modo colorito per dire che lei è sempre un po’avanti, scaltro, attivo. Agli italiani piacciono i furbi come lei.
In questa seconda definizione mi ritrovo.
Ha conquistato Roma, è entrato nel cuore della sindaca Raggi. Anche la Appendino l’ha accolta a Torino, e aMilano si è presentato nel migliore dei modi.
E Bari, Pescara, Napoli, Salerno, Verona. Ci stiamo espandendo ovunque.
A Parigi invece no.
Lì i gilet gialli bruciano i monopattini (e comunque noleggio anche le bici muscolari). Meglio stare alla larga.
La destra dice che il suo attrezzo è radical chic. Il bonus del governo per i ricchi. Ma hanno capito che sono di destra, proprio come loro? Sono conservatore, Trump è un uomo che fa la storia.
Ha buoni rapporti con i cinquestelle.
Vero, si sono spesi molti con la smart mobility. Ci credono. In Parlamento mi ha aiutato, senza neanche conoscerlo, Luciano Nobili, un deputato di Italia Viva (Il mio uomo ai public affairs ora è un suo grande amico).
Molto bene.
Molto bene, sì.
Palella sbarca al Nasdaq.
A settembre. Abbiamo rinviato di qualche mese l’ingresso in Borsa per capitalizzare l’enorme aumento di valore che abbiamo ottenuto durante questa pandemia.
È un vero uomo del fare. Miami, New York, Los Angeles. Belle donne, alberghi favolosi, vacanze vip a Malibu, Porto Cervo. Ecco: lei è un Briatore junior.
Vivo la mia vita e non do molto peso alle sconfitte. I fallimenti sono solo una scusa per poter ricominciare.
I pagamenti non onorati ai calciatori del ‘mio’ Acireale? Quella fu una scelta sbagliata Mi chiamano radical chic, ma sono di destra fino al midollo