Il Fatto Quotidiano

Diteci la vostra battuta preferita di Alberto Sordi

Nelle sue battute esilaranti

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Lunedì Alberto Sordi avrebbe compiuto cent’anni (1920-2003): anche noi del

Fatto Quotidiano vogliamo rendergli omaggio con una serie di sue imperdibil­i battute scelte dalla redazione e da alcuni protagonis­ti del mondo del cinema. Ora tocca a voi lettori: mandate le vostre citazioni preferite a lettere@ilfattoquo­tidiano.it

“Einvece è importante sapere che io ero astemio.

- E ci doveva restare astemio.

- E si fa presto a dire! Sei mesi chiuso in cantina.

- E che faceva chiuso in cantina?

- La guerra!

- In cantina?

- Sì! Mentre il mondo combatteva io resistevo chiuso, in cantina. Solo, senza luce, senza acqua. Sempre vino, solo vino.

- Ed è uscito quando è finita la guerra.

- No, quando è finito il vino!” ( Accadde al penitenzia­rio). GIANNI BARBACETTO E STEFANO FRESI “Che fai, prima spari e poi dici chi va là?” ( La grande guer

ra ). ETTORE BOFFANO “Vallo a raccoglie’, va” ( Una vita difficile). SALVATORE CANNAVÒ

“Quando la vecchia sta davanti al televisore dice guarda Corrado poverello… tutti se la prendono con Corrado, e lui buono buono non dice niente. Quanto è simpatico Corrado, dice la vecchia. E la television­e ti riconferma. E la vecchia è contenta. La giovane, un po’ meno… ma per la television­e quella che conta è la vecchia”

( Studio Uno, in tv). NANNI DELBECCHI “Io le brutte abitudini le prendo subito” ( La più bella serata della mia vita). PATRIZIA DE RUBERTIS

“- Tersilli, ricordi: i poveri pagano sempre meglio.

- Quante cose devo imparare da lei, professore” ( Il medico della mutua). SILVIA D’ONGHIA

Sordi spiega alla troupe: “A me nun po’ succede niente perché se me fermo io nun magnate più nessuno” ( Lo sceicco bianco). ALESSANDRO FERRUCCI

“Signorina, capisco che un animo come il suo possa turbarsi, ma non il funzionari­o deve impression­arla, bensì l’uomo ( Il commissari­o). CHIARA FRANCINI

Sordi impiegato finge di essere malato e il capouffici­o, pur sapendo della bugia, lo fa ricoverare. Sul lettino in sala operatoria lo aspettano due chirurghi, padre e figlio. Il padre chiede al figlio: “Bisturi corto”. Il figlio: “Quello lungo va bene uguale, papà?”. E Sordi: “Ma se papà te chiede de daje quello corto, daje quello corto! E dai retta a papà che c’ha molta più esperienza de te!” ( Un eroe dei nostri giorni). ALESSANDRO GASSMANN

“- I viaggi sono belli solo nei ricordi, perché tutto sembra bello nei ricordi.

- Allora accosta e fai riposare ’a machina, perché se si fonde er motore sai quante risate che ce facciamo l’anno prossimo quanno ce lo ricordamo?” ( Una botta di vita). I nuovi mostri). no i nostri eroi...). LORENZO GIARELLI “Io non so niente, se lo sapessi ve lo direi, io so’ un vigliacco, lo sanno tutti”( La grande guer

ra ). SELVAGGIA LUCARELLI

“Ho sognato che ero rimasto vedovo: io camminavo dietro al feretro e, mentre tutti piangevano, io solo ridevo. Poi mentre calavano la bara giù, nella fossa, ho sentito come un colpetto qui dietro alla nuca. Tac! Anche abbastanza forte… Mi sono svegliato nel mio letto; era mia moglie che mi diceva: ‘Cos’hai, cretinetti, ridi nel sonno?’” ( Il vedovo). MARIO NATANGELO

“Ormai hai ventun’anni, è tempo che tu sappia di chi sei figlio” ( Un americano a Roma). ANTONIO PADELLARO “Mi dispiace. Ma io so’ io, e voi non siete un cazzo” ( Il marchese del Grillo). ANNA MARIA PASETTI

“Vedi, Paolino, tua madre è una grande donna, e noi dobbiamo avere per lei un grande rispetto. Ma ragiona come una donna” ( Una vita difficile). FEDERICO PONTIGGIA

“Feci il navigatore solitario. Giorno e notte, fra cielo e mare, mare e cielo. In questa natura, padrone del mondo. Lei non sa cosa vuol dire il navigatore solitario. Solo, nell’immensità del mare, in assoluta meditazion­e, a contatto della natura più pura, è allora che capisci... quanto sei stronzo, a compiere queste imprese, che non servono a un cazzo” ( ILARIA PROIETTI

“Negriero portoghese: Vegliaccos! Meteros em dois!

Sordi: E se eravamo tre, te menavamo in tre” ( RiusciranD­ANIELA RANIERI

Quel bagno di Sordi “nella marrana” con i ragazzini che gridano “Am e ri c a’ facce tarzan!” ( Un giorno in pretura). FRANCESCO RIDOLFI “Cos’è, un dolce?” ( Lo sceicco bianco, quando lei gli fa vedere il disegno, ndr). MARCO RISI

“È meglio che ti ci abitui da piccolo alle ingiustizi­e, perché da grande non ti ci abitui più!” ( Il vigile). ANDREA SCANZI “Mo’ fa il fanatico perché c’ha i tori!” ( Il Conte Max). MARCO TRAVAGLIO

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FOTO ANSA/LAPRESSE Da Marchese a soldato Alberto Sordi in alcuni dei suoi film più celebri
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