Dopo 7 mesi di Reddito, meno poveri dal 2014
Quattrocentocinquantamila poveri assoluti in meno. Ecco, per la prima volta, un numero che misura l’efficacia del reddito di cittadinanza nei primi sette mesi di vita. Ieri l’Istat ha certificato che nel 2019 – anno in cui, a maggio, ha esordito il sussidio – sono diminuiti gli indigenti, cosa che non accadeva dal 2014. Non più oltre 5 milioni, come registrato nel 2017 e nel 2018, ma 4 milioni e 593 mila. Un calo che però ha lasciato delusi in tanti, poiché a dicembre 2019 erano ben 2,5 milioni le persone con in tasca la carta acquisti “di cittadinanza”.
Ci si aspettava una discesa più marcata, oltretutto l’emergenza Covid-19 peggiorerà i dati. Secondo “Alleanza contro la povertà” sono ancora troppe le persone che fanno i conti con il disagio economico. E la povertà relativa – che indica chi ha uno standard inferiore alla media – è rimasta stabile.
La differenza tra l’alto numero di famiglie raggiunte dal reddito di cittadinanza e il basso numero di famiglie uscite dalla condizione di difficoltà ha varie ragioni. Come ha spiegato l’Istat, le due platee sono solo in parte sovrapponibili. Per ricevere il sostegno, infatti, bisogna stare sotto determinati limiti di reddito e patrimonio. Il calcolo della povertà assoluta, invece, dipende dal livello di spesa di una famiglia: se è inferiore al minimo necessario per una vita dignitosa, si è considerati poveri. Può succedere che un nucleo possieda proventi oltre i limiti della norma ma tenga un livello dei consumi sotto la soglia: è in povertà, ma non ha diritto al reddito di cittadinanza. C’è poi la diversità tra i territori. Acquistare beni essenziali al Nord è più costoso rispetto al Sud. Il reddito di cittadinanza, però, non cambia a seconda della residenza e può quindi essere molto efficace per alcuni e molto poco per altri. L’Istat lo conferma: la povertà assoluta famigliare al Sud è passata dal 9,6% del 2018 all’ 8,5% del 2019; nel Nord Est è invece aumentata, dal 5,3% al 6%.
IL REDDITO
di cittadinanza, poi, richiede per gli extra-comunitari almeno 10 anni di residenza nel nostro Paese. Questo ne lascia fuori la maggior parte, tanto che l’Istat segnala 400 mila famiglie di non italiani in povertà assoluta, ma a dicembre 2019 i nuclei composti da
GLI INDIGENTI NEL 2019 SONO 4,5 MILIONI, GIÙ DI 500 MILA
stranieri ammessi alla carta acquisti erano 92 mila. Penalizzate anche le famiglie numerose: un nucleo con cinque componenti al Nord ha bisogno di 1.900 euro per galleggiare; il reddito di cittadinanza non può superare i 1.330.
Un’altra curiosità riguarda le classi di età: la povertà assoluta è diminuita tra gli under 65, ma è aumentata (di poco) tra gli over 65. Anche se i più anziani restano la fascia meno colpita dall’indigenza, i benefici maggiori sono andati ai più giovani.
Secondo Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid in Italia e componente del Forum Disuguaglianze Diversità, “il potenziale del reddito di cittadinanza è più alto rispetto ai 450 mila poveri assoluti in meno”.“Nel 2019 – aggiunge – è stato avviato tardi e un po’ azzoppato, perché non sono quasi per nulla partite le misure di accompagnamento con i centri per l’impiego o i servizi sociali. Nel 2020 troveremo un dato sporco a causa del Covid, la povertà aumenterà e sarà necessario aumentare le risorse”.