Il Fatto Quotidiano

SOLI E DI FRETTA: LA MATURITÀ NELLA FASE 3

Oggi e domani La speranza che fosse sospeso, ma pure la gioia della normalità Ora, l’incertezza per come sarà l’università post Covid-19

- » Virginia Della Sala © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Quasi un ritorno alla nor mali tà: un po’ forse ci voleva, anche se la paura c’è lo stesso. Devo essere sincera: nutro sentimenti contrastan­ti nei confronti di questo esame”: Elisa, 18 anni, ride per cinque minuti. “Non è ridarella isterica - ci rassicura - o forse sì. Oddio non lo so, hihihihi”. Non stava studiando quando l’abbiamo incontrata, nonostante oggi sia la terza della sua classe ad affrontare il colloquio per la maturità. “Il giorno prima - spiegava ieri - non si ripassa mai. Oggi mi rilasso”. Poi ci lascia, deve portare a spasso il cane. LA ROUTINE DEL MATURANDO E LE MILLE INCOGNITE Prima di andar via ci ha però raccontato quanto sia stato complicato ingranare la marcia per la maturità durante il

l oc k d ow n . La didattica a distanza c’è stata, le lezioni sono state continue “ma ho iniziato a studiare davvero solo dopo l’arrivo del decreto del ministero dell ’Istruzione con le indicazion­i”. Circa un mese fa, insomma. “Ho sperato fino alla fine che l’esame saltasse”. Secondo le rilevazion­i di skuola.net (il portale della scuola più frequentat­o e più aggiornato dai ragazzi) solo il 16 per cento si è portato avanti col lavoro già durante il lockdown. La maggior parte dei diplomandi ha invece aspettato di conoscere il contenuto dell’o rd in an za sull ’esame per partire con lo studio vero e proprio: più di uno su due, infatti, dice di aver accelerato con la preparazio­ne solo dal 16 maggio.

Niente gruppi di studio (neanche con l’avvio della fase 2: solo 1 su 5 si è riunito per ripassare), niente banchi a ricordare costanteme­nte l’esame. Il 38 per cento pensa che il voto sarà più basso di quello che si sono prefissati.

Ettore, quando lo chiamiamo, sta ripassando Giovanni Verga. Il suo turno è venerdì. “Ci hanno divisi in gruppi da cinque, un’ora ciascuno e il tempo per disinfetta­re l’aula tra un colloquio e un a lt ro ”. L’ultimo giorno di scuola, al liceo classico, è stato il 7 marzo come per tutti. “Preferivo andare a scuola, perché mi piace stare con i compagni” poi sulle modalità di questo esame al tempo del Covid, un solo colloquio orale e un elaborato aggiunge “penso che sia meglio così. È più veloce, anche se rispetto a chi ci ha preceduto abbiamo dovuto realizzare un power point sull’alternanza scuola-lavoro e un lavoro su cittadinan­za e Costituzio­ne”. Nel suo elaborato introdutti­vo ha tradotto e commentato un testo dal greco e lo ha collegato ad altri testi in latino. “Sarà la parte introdutti­va. Poi i docenti sottoporra­nno i loro materiali e da lì ci si collegherà alle altre materie”. I prof ci sono sempre stati, hanno fatto lezione ogni giorno. “Era come andare a scuola. Certo, c’e ra no molte più distrazion­i. Diciamo che è più facile magari stare sul letto senza seguire, il rischio c’è”. Matilde invece frequenta il liceo scientific­o. Chi scrive fatica a capire di cosa parlerà il suo elaborato. “L’effetto Hall, collegato alla matematica con integrali...” e una parte che non riusciamo a trascriver­e. “Il fatto che ci sia solo l’orale è diverso ma l’ansia è la stessa - dice -. Anzi, forse è stato più difficile perché abbiamo avuto meno contatti e fino a poco tempo fa neanche i prof sapevano come si sarebbe svolta la prova”. Vantaggi: “Niente scritto di matematica”

.Svantaggi: “Non aver potuto vivere con i compagni gli ultimi giorni di scuola”. Si rivedranno dopo l’esame, ma non a scuola: “Andremo a pranzo”. IL FANTASMA DELL’UNIVERSITÀ ONLINE: “SPERIAMO DI NO” E con Matilde introducia­mo un tema delicato: settembre e l’università. “Dovevo fare il test di ingesso per l’università, ingegneria, a marzo - spiega - poi hanno cancellato date e hanno disposto un test online”. Lo spettro del Covid nutre il rischio di un settembre all’insegna dei corsi a distanza.

Lorenzo, liceo classico Russel a Roma, è preoccupat­o. “Vorrei prendere filosofia e poi specializz­armi in sceneggiat­ura - spiega - Per l’iscrizione ancora non mi sono mosso. Certo che iniziare l’università online, senza conoscere professori e studenti, sarebbe davvero brutto. Mi auguro che si terrà tutto normalment­e”. Sull’esame è tranquillo: i prof sono stati presenti, meno presente la chiarezza su cosa sarebbe successo. Come tema dell’elaborato ha scelto la Medea di Apollonio Rodio, collegato allaMedea di Seneca. “I professori si sono fatti sentire anche oggi per tranquilli­zzarci - ha spiegato -, per dirci come sono andati gli elaborati: sono professori interni, ci conoscono”. Certo, sarà una maturità diversa da quanto si aspettava: “In negativo perché non potremo esprimere tutto quello che abbiamo appreso, il tempo è poco e anche il numero di crediti assegnati con l’esame mi sembrano comunque troppi (sono stati ridotti dal ministero, ndr). E se in quell ’ ora ci si fa prendere dall ’ansia? Con più prove le reazioni erano almeno ‘spalmate’ su più giorni. Però andava fatto: è una soddisfazi­one personale, una prova per gli esami futuri e una chiusura per poter dire ‘finalmente è finito il liceo’”. IL FUTURO CHE SPAVENTA PIÙ DELL’ESAME Fin qui parliamo di un futuro prossimo. Cosa accade se si pensa ad un futuro un po’ più lontano lo ha spiegato Giusep

pe Lavenia, psicoterap­euta, docente universita­rio e presidente dell’Associazio­ne Nazionale Di.Te, che analizza i comportame­nti digitali dei giovani: “Il futuro, lo avevamo osservato anche nella precedente ricerca ‘Giovani e Quarantena’, è tra le preoccupaz­ioni maggiori dei ragazzi. È fonte di ansia costante per il 47% dei maturandi: nel 60% dei casi sono più le ragazze ad avvertire questa sensazione. I giovani faticano a immaginare cosa accadrà dopo l’esame e ciò alimenta angoscia in buona parte di loro e, in alcuni casi, pensieri molto negativi. Hanno tante difficoltà a condivider­e appieno il loro vissuto emotivo. Se i giovani non riescono più a desiderare un domani, a progettarl­o, se non avvertono più la speranza di poter esprimere il loro talento nella società è un problema che non si può sottovalut­are”.

Andava affrontato. È un punto fermo per poter dire: finalmente è finito il liceo! Lorenzo, 18 anni • Roma

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515mila studenti Oggi inizia l’esame di maturità. A sinistra, Gianluca Vacca (M5S) FOTO ANSA
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