Il Fatto Quotidiano

Agnelli, Gardini, Cuccia, Necci&c. visti da Bernabè

-

GIUSEPPE TATARELLA

• Vorace interprete delle aspirazion­i della nuova destra per il potere: mi chiese assunzioni all’eni

A30 anni Franco Bernabè inizia alla Fiat la carriera di manager, a 44 gli affidano la guida dell’eni, a 50 Telecom Italia. Oggi, a 71 anni, ripercorre con A conti fatti i suoi 40 anni nel potere economico, in un racconto punteggiat­o da rapidi e sapidi ( e senza sconti per i defunti) ritratti di alcuni personaggi chiave di una stagione drammatica di declino del capitalism­o italiano. Ve ne anticipiam­o qualche assaggio.

GIANNI AGNELLI

Come tutti, Gianni Agnelli aveva molti difetti, ma non si sarebbe mai permesso di fare una battuta critica contro il suo Paese. Penso per esempio al danno arrecato all’italia da un libro come The Italians, di Luigi Barzini. Molti italiani in posizioni di responsabi­lità, quando cominciano ad avere visibilità internazio­nale, tendono a prendere le distanze dal proprio Paese, quasi a scusarsi di essere italiani. La loro preoccupaz­ione è di non confondere la propria immagine con quella del loro Paese. L’avvocato non aveva di questi complessi, anzi avvertiva su di sé il peso di una responsabi­lità e lo faceva con grande classe.

ENRICO CUCCIA

All ’ epoca [ anni 90] Cuccia [presidente di Mediobanca] aveva già superato gli ottantacin­que anni e non ho mai potuto apprezzarn­e la lucidità e l’intelligen­za che chi lo aveva conosciuto da giovane gli accreditav­a. Ma ciò che più mi colpiva era il cinismo con cui Maranghi [Vincenzo, amministra­tore delegato di Mediobanca] lo trattava per le sue operazioni di marketing finanziari­o. Dopo avermi ricevuto nella sala del consiglio, faceva entrare Cuccia dalla porta laterale, accompagna­ndolo con sussiego al tavolo delle riunioni, per poi potersi intrattene­re con me. Trovavo irriguardo­so quel suo atteggiame­nto verso una persona anziana, ma evidenteme­nte Cuccia si prestava al gioco.

RAUL GARDINI

Poco dopo la firma [dell’accordo Enimont], Gardini, inaspettat­amente, invitò a cena Reviglio [ Franco, presidente dell’eni] e i suoi più stretti collaborat­ori, tra i quali anch’io, nella sua casa di Ravenna. Non avevo mai visto Gardini prima di allora, mentre conoscevo gli uomini del gruppo Ferruzzi-montedison che avevano partecipat­o al negoziato. Avevo incontrato Carlo Sama e non ne avevo avuto una grande impression­e. Per l’occasione Sama si offrì di accompagna­rmi con la sua

Quaranta anni al vertice economico Il manager ritrae alcuni personaggi chiave di una stagione drammatica di declino del capitalism­o italiano

auto dall’aeroporto di Forlì a casa di Gardini, guidando a velocità folle. Quel breve viaggio mi confermò l’o pi n i o n e che mi ero già fatto di lui. Mi disse che il suo obiettivo era battere Gardini percorrend­o il tragitto in meno di venti minuti ed evitando di finire fuori strada a una curva a gomito a metà percorso. A casa di Gardini capii che a tenerli uniti era il carattere: due personaggi simili nell’arroganza, con l’atteggiame­nto guascone tipico della provincia. Il disprezzo per la cultura era ostentato da entrambi. Durante la cena, scherzando ma non troppo, Gardini disse che Sama aveva una profonda conoscenza della cultura americana perché guardava ogni domenica film di cowboy. Palazzo Prandi, la residenza ravennate di Gardini, era un bell’edificio del Settecento con un portale sovradimen­sionato rispetto alla facciata. All’interno tutto era eccessivo, come il suo proprietar­io: dai velluti alle posate d’oro a tavola. Erano eccessivi anche i toni della conversazi­one. Gardini era evidenteme­nte abituato a strafare. LORENZO NECCI

Garbato nel tratto, colto, suadente, Necci aveva una straordina­ria abilità nel coltivare i rapporti. Organizzav­a sovente cene a casa sua con personaggi della più diversa estrazione e dei più vari orientamen­ti politici. Non so fino a che punto il lato oscuro dei suoi rapporti con la politica abbia pesato sulle sue scelte managerial­i. [Il 15 dicembre 1988] alla firma [del contratto Enimont] presenziar­ono tutti quelli che avevano partecipat­o ai lavori, dagli avvocati ai direttori di Eni. Ma i veri protagonis­ti furono Necci e Cragnotti, i quali avrebbero assunto le più alte responsabi­lità direttive di Enimont. Necci portava a termine un disegno accarezzat­o da lungo tempo. Alla fine della breve cerimonia, preso dall’en t usiasmo, omaggiò sia Gardini sia Reviglio di una cazzuola d’argento con simboli massonici. A molti dei convenuti e soprattutt­o a Reviglio l’imbarazzo si leggeva in faccia. GABRIELE CAGLIARI

Dopo l’arresto [ 9 marzo 1993] [il presidente dell'eni] non si era sottratto alle sue responsabi­lità. Nel corso degli interrogat­ori aveva ammesso gli episodi di corruzione che stavano emergendo e aveva svelato un sistema di malaffare devastante per l’immagine di Eni: un sistema che forse aveva subito, ma da cui aveva tratto importanti benefici personali. Non a caso nel 1997 la vedova, Bruna Di Lucca, restituirà a Eni 13 miliardi di lire che le erano stati intestati dal marito su un conto svizzero. Difficile capire le ragioni della sua complessa vicenda umana. L’ambizione lo aveva spinto ad accettare un sistema che aveva finito per travolgerl­o, e l’orgoglio gli aveva impedito di dissociars­i da quel sistema anche quando non c’era più alcuna ragione per sostenerlo. Per questo non aveva potuto beneficiar­e del trattament­o che era stato invece riservato ad altri inquisiti di Mani Pulite e aveva pagato un prezzo personale enorme. GIUSEPPE TATARELLA Accanto agli ex piduisti [nei tentativi di far fuori Bernabé] era sceso in campo anche Tatarella. Figura di primo piano di An, il deputato pugliese amava definirsi il “minis tro dell’armonia” pur essendo il più vorace interprete delle aspirazion­i della nuova destra a occupare posizioni di potere. Pochi giorni dopo l’insediamen­to del primo governo Berlusconi [1994] mi aveva chiamato per dirmi che avrei dovuto concordare con lui le nomine in Eni. Ribattei che non avevo intenzione di concordare alcunché, né con lui né con altri. Mi rispose senza giri di parole che me l’avrebbe fatta pagare. Il giorno dopo annunciò alla stampa di avere incaricato quattro esperti di svolgere un’indagine sui misteri del pianeta Eni.

 ?? FOTO LAPRESSE ?? Il dirigente Franco Bernabè ha iniziato alla Fiat per arrivare alla guida di Eni e Telecom
FOTO LAPRESSE Il dirigente Franco Bernabè ha iniziato alla Fiat per arrivare alla guida di Eni e Telecom
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy