Il Fatto Quotidiano

La mia (ultima) risposta a Vittorio Feltri su Montanelli

- » Massimo Fini

Mi dicono che su Libero Vittorio Feltri mi attacca perché mi sarei definito “erede di Montanelli”. Lasciamo pur perdere che il Premio Montanelli alla carriera e alla scrittura l’ho preso io e non Feltri (“alla scrittura” mi parrebbe proprio difficile: lui stesso, quando eravamo in rapporti migliori, ammise, con un’umiltà che gli fa onore, che scrivo meglio di lui; del resto io, a differenza sua, non saprei dirigere un giornale, ma nemmeno me stesso). Lasciamo anche perdere che Feltri andò al Giornale , al servizio di Berlusconi, cosa che ha alcuni vantaggi ‘collateral­i’ proprio per i motivi per cui Montanelli lo lasciava. Letizia Moizzi, la nipote di Indro e la persona più vicina a lui e quindi ai suoi umori negli ultimi anni della sua vita, mi disse che allo “zio Indro” non sarebbe dispiaciut­o che fossi io a sostituirl­o nella rubrica di risposte alle lettere che teneva sul Corriere. Quandomont­anelli morì, Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere, telefonò a Letizia per avere un consiglio. “Noi – disse De Bortoli – avremmo pensato a Biagi”. Letizia: “Volete far rivoltare lo zio Indro nella tomba?”. “E allora chi?” chiese De Bortoli. Letizia: “A Montanelli piaceva molto Massimo Fini”. Ferruccio svenne. Quando riprese i sensi disse: “Ma Fini è pieno di querele” (non era vero, le querele, soprattutt­o da parte dei b e r l us c o n e s , le prendo oggi che scrivo sul Fatto ). Letizia: “Dai, Ferruccio, non mi dirai che il Corriere si fa spaventare da queste cose”. Ci fu un momento di silenzio, De Bortoli riprese: “E poi Fini è un anarchico”. Letizia: “Ma, in fondo, anche lo zio Indro era un anarchico”.

Fin qui le cose verificabi­li perché, grazie a dio, sia De Bortoli che Moizzi sono vivi. Aggiungo una cosa che verificabi­le non è più. Una volta chiacchier­avo al telefono con Montanelli su Berlusconi, dicendone naturalmen­te peste e corna. D’improvviso Montanelli aggiunse: “Ma Feltri è molto peggio”. Me ne stupii, perché di Feltri, almeno del Feltri di allora, avevo una percezione diversa. Oggi comincio a pensare che Indro avesse ragione.

Comunque questa è l’u lt im a volta che replico a Feltri o agli sgherri e sgherre che manda in avanscoper­ta. Seguirò il consiglio della mia ex fidanzata, Beba Marsano, una storica dell’arte che scrive sul Corriere e bene: “Non devi più polemizzar­e con Feltri, ti abbassa troppo”.

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