Le mejo battute di Albertone nei ricordi dei nostri lettori
Dal “Vedovo” al “Marchese del Grillo”, dalle canzoni popolari ai siparietti televisivi, le irriverenti citazioni di Sordi scelte dalla grande famiglia del “Fatto Quotidiano”
Alla vigilia del 1900, insomma, quanto era stato descritto da Jensen per ilmedioevo si ripeteva; e la menzogna, le stupidità e le follie di massa facevano a pezzi come allora la ragione e la verità.
AMICO DI SIGMUND FREUD, che si ispirò a una sua novella, Gradiva, per l’indagine psicoanalitica sull’arte, Jensen aveva raccontato l’assalto al ghetto della città di Colonia, a metà del 1300, mentre infuriava la peste nera, e la distruzione di quella che era la più grande comunità israelitica della Germania. La pestilenza ave
Grazie ai lettori per essersi uniti calorosamente al nostro omaggio ad Alberto Sordi nel centenario della nascita. Qui pubblichiamo alcune delle battute che ci avete segnalato.
“Mi dispiace, ma io so’ io e voi non siete un cazzo”. ( Il marchese del Grillo)
“Chi va co’ la corente è ’n’ baccalà/ Io so’ salmone e nun me mporta gnente/ A me me piace anna’ contro corente...”.
( Te c’hanno mai mannato)
Sordi ubriaco: “Elena, perché fuggire? Non sono mica un lebbroso”.
( Una vita difficile)
“- Come andiamo signora Paoloni?
- Male!
- Vede che migliora, ieri ava alimentato in molti cattolici l’o ss e ss i on e della “Fine dei Tempi”, scatenando l’ i n d i v iduazione di un untore, ossia di un colpevole, identificato nell’ebreo, “uccisore di Nostro Signore Gesù Cristo” e “avvelenatore dei pozzi”.
Gli ebrei di Colonia non era mai stato tradotto in italiano. Esce dunque ora, per la prima volta, grazie alla Biblioteca del Vascello- Robin, in una elegante edizione curata da Claudio Salone. È un romanzo, quello di Jensen, che anticipa, con una notevole preveggenza e una straordinaria lucidità di visione storica, ciò che sarebbe avvenuto in Germania negli anni Trenta-quaranta con Hitler e il nazismo. Nello stesso tempo è una narrazione che ci è vicina proprio adesso, in questi mesi di novelle pandemie, di fronte al mai tramontato razzismo, al cospetto dell’eterno ritorno dell’antisemitismo. La lezione di Jensen, tuttavia, il suo messaggio imperituro, come avverte Salone nell’introduzione al romanzo, richiamano l’amore e la solidarietà dei perseguitati, “che talvolta riescono a valicare gli steccati che la Storia ha innalzato tra di loro, nel riconoscimento di un destino comune, illuminato dalla Luce della Ragione”. veva detto malissimo!”.
( Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue)
“Lavoratori!!!”. ( I vitelloni)
“Colonnello, i tedeschi si sono alleati con gli americani!”.
( Tutti a casa)
Sordi annaffia, con la pompa dal terrazzo, i tifosi della Lazio che passano sotto casa sua: “Ah profughi! ’anvedi ’sti sfollati, ah zozzi laziali, tiè beccateve questa!”.
( Il marito)
“Senz’altro bocciato!”. ( Totò e i re di Roma)
“- Caro Aronne Piperno, bello l’armadio... bella ’a buaseri’... ma io nun te pago.
- In che senso, Eccellenza?
- Ner senso che io nun caccio li sordi e tu nun li piji!”.
( Il marchese del Grillo)
Inter vistatore: “Ma lei perché non si è mai sposato?”.
Sordi: “Ma che sei matto? Te metti una estranea in casa...?!”.
( Da un’inter vista)
Alberto Sordi e Mike Bongiorno, ultrasettantenni, ospiti in tv. Bonolis a Sordi: “Maestro, ma lo sa che quest’anno Mike farà un’escursione al Polo nord? Non è lodevole? Lei cosa farà?”.
Sordi: “No, io niente, è che c’ho la sciatica. Del resto che vuoi fare, a st’età o te pija alla testa o te pija alle gambe”.
( Chi ha incastrato Peter Pan , in tv)
“Te c’hanno mai mannato a quel paese/ Sapessi quanta gente che ce sta/ Er primo cittadino è amico mio/ Tu dije che te c’ho mannato io/ ... Magari qualche amico te consola/
Così tu fai la scarpa e lui te sola/ Io te ce manno sola...”.
( Te c’hanno mai mannato)
“Ormai hai ventun’anni, è tempo che tu sappia di chi sei figlio”.
( Un americano a Roma)
“Cocorì, this is for you!”. ( Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata)
“Remember, fata bionda...”. ( Il segno di Venere)
“Ma cusa fa chi a Milan cun stu cald?”.
( Il vedovo)
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“Te c’hanno mai mannato a quel paese/ Sapessi quanta gente che ce sta/ Er primo cittadino è amico mio...”
“Che aria balsamica! Siamo nello Stretto! Andiamo sul ponte, vedete, guardate l’isola del sole e dei Ciclopi, cantata da tutti i poeti del mondo. Guardate lì il più grande elettrodotto del mondo che unisce il continente, e domani anche il Ponte! Guardate, quella è la città di Messina, si può sentire il profumo delle arance, dei limoni... Uora Uora arrivò u ferry boat!!!”.
( Il mafioso)
Il soldato Sordi piangendo, sorpreso dalla ronda con un prosciutto sotto il mantello: “Cosa c’ho? A gobba c’ho”.
( L’allegro squadrone)
“A Montaldí... e nun t’avventà come ’n drogato!”.
( Una botta di vita)