Il Fatto Quotidiano

Senatrice 5Stelle passa alla Lega: governo in bilico

- » Luca De Carolis

Il M5S perde altri parlamenta­ri, Nicola Zingaretti perde le staffe, ma Giuseppe Conte rischia di perdere più di tutti, la sua poltrona di presidente del Consiglio. Perché ha una maggioranz­a lacerata su tutto, anche sul decreto Semplifica­zioni, che slitta ancora. “C’è un clima strano” sussurrano i 5Stelle in Senato dove ieri Alessandra Riccardi ha lasciato il Movimento per approdare alla Lega di Matteo Salvini, l’ex ministro a cui aveva regalato un sorriso meno di un mese fa votando nella Giunta per le immunità contro il suo rinvio a processo per il caso della nave Open Arms. “Un mio passaggio alla Lega? Sono nel M5S”, rispondeva a voto ancora caldo Riccardi a chi le chiedeva di un suo passaggio al Carroccio. Ora nel M5S non c’è più, e il grillino Emanuele Dessì non nasconde i suoi sentimenti: “È una notizia per cui bisognereb­be stappare una bottiglia”.

PERÒ, ADESSO, i giallorosa scendono a 160 voti certi a Palazzo Madama, uno in meno della maggioranz­a assoluta. E presto potrebbe andare peggio, perché ci sono almeno altri tre senatori in bilico nel Movimento. Senza dimenticar­e che altri rischiano l’espulsione per le mancate restituzio­ni. Di certo la prima da recuperare è la catanese Tiziana Drago, che qualche settimana fa si era astenuta nel voto sulla mozione di sfiducia per il Guardasigi­lli del M5S, Alfonso Bonafede. “Con questi numeri non reggiamo, diventerà indispensa­bile appoggiarc­i a Forza Italia”, ammettono dai 5Stelle. D’altronde la maggioranz­a non è serena neppure alla Camera, dove ieri il M5S ha perso l’ennesima deputata, Alessandra

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Le alleanze sui candidati Pd possono fermare le destre: basta Tafazzi

Nicola Zingaretti

Ermellino, eletta nella Taranto dove i 5Stelle una volta erano la speranza.

È in questo scenario che esce allo scoperto il segretario dem Nicola Zingaretti. “Tra le forze politiche che sostengono il governo – scrive su Facebook – prevalgono i no, i ma, i se, i forse, le divisioni. Il motivo è ridicolo: si può governare insieme l’italia, ma non una Regione o un Comune perché significhe­rebbe alleanza strategica”. È un siluro a Italia Viva, ma soprattutt­o ai grillini, con cui sta saltando l’accordo in Liguria. “Tafazzi non è stato inventato per caso”, sostiene citando il personaggi­o che si martellava le parti basse. Ma non ha voglia di scherzare, Zingaretti. “Così si rischia di regalare mezza Italia a Salvini”, si sfoga sull’huffington Post, dove fa trapelare sospetti su “un’intesa oggettiva” tra Salvini, Renzi e Di Maio per preparare una botola per Conte. Perché gli incontri tra l’ex capo del M5S e il leader di Italia Viva, confermati al Fatto dallo stesso Di Maio, hanno alimentato i timori sul Renzi deciso a tutto pur di abbattere il premier e assieme a lui il segretario dem. Da qui le candidatur­e di renziani in tutte le Regioni, a partire dalla Puglia. Ma Zingaretti punge anche Conte: “Le tasse le abbiamo abbassate”, fa sapere, come a dire che è meglio lasciar stare con il taglio dell’iva. Piuttosto, “la maggioranz­a dovrebbe chiudere capitoli aperti da troppo tempo: Alitalia, Autostrade e l’ex Ilva di Taranto”. Conte prova ad ascoltarlo, discutendo della concession­e ad Aspi con due dem, il ministro dell ’Economia Gualtieri e quello alle Infrastrut­ture De Micheli.

E DA PALAZZO

Chigi rilanciano: “Il presidente non ha mai annunciato il taglio dell ’ Iva come una decisione già presa dal governo, ma la riduzione servirebbe come spinta ai consumi”. E il muro dell’europa? “Il taglio dell’iva non c’entra con il Recovery Fund, perché si farebbe con lo scostament­o di bilancio”. Farebbe, condiziona­le di governo.

RICCARDI L'ELETTA DEL M5S PASSA CON SALVINI

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