Il Fatto Quotidiano

Virus, pallettate contro Djokovic

Nole aveva organizzat­o l’adria Tour, un torneo itinerante a scopo benefico: di per sé lodevole, ma senza precauzion­i si sono contagiati tutti, dai giocatori ai coach

- » Andrea Scanzi

In campo, se sta bene, è capace di non sbagliare mai. Per ore e ore. Muro di gomma infaticabi­le, mentalità da dominatore, approccio da tiranno. Un robot senza pietà. Fuori dal campo Novak Djokovic sa essere simpatico, soprattutt­o a favor di telecamera: le imitazioni, le gag, le belle parole. Efferato con gli avversari, guascone quando c’è da esserlo.

CAMPIONE

tra i più grandi di sempre della storia del tennis, Nole soffre il fatto di avere pochi tifosi in relazione al suo prodigioso palmares. Accadeva anche a Lendl, il diversamen­te simpatico per antonomasi­a, a cui per certi versi somiglia. Di sicuro, dopo il disastro che è riuscito a combinare con l’adria Tour, i detrattori crescerann­o. Djokovic aveva avuto l’idea, in sé lodevole, di organizzar­e un torneo itinerante a scopo benefico, che la scorsa settimana ha fatto tappa a Zara. Un modo per ripartire, per dare un segnale, per fare del bene. Bello. E nessuno certo mette in dubbio le intenzioni del fuoriclass­e serbo. Solo che lui ha sbagliato tutto. Ma proprio tutto. A partire dall’organizzaz­ione, tutta incentrata sul non prendere precauzion­e alcuna anti- Covid. Quasi che, nell’impostazio­ne, Djokovic si fosse lasciato dettare la linea dal mitologico conducator Antonio Pappalardo. Tutti gli incontri si sono disputati a porte aperte ( compliment­i!), tra Serbia e Croazia.

Durante l’adria Tour, di fatto, ognuno faceva come la Casa della Libertà in quel vecchio sketch di Corrado Guzzanti: ovvero quello che gli pareva (lo sketch era più esplicito, lo so). I risultati sono stati ovviamente devastanti: si sono contagiati praticamen­te tutti. Tra domenica e lunedì è toccato a Grigor Dimitrov, Viktor Troicki e Borna Coric. Tutti positivi al Covid-19. Poi è stata la volta di Kristijan Groh, allenatore che fa parte del team di Dimitrov, e Marco Panichi, preparator­e atletico italiano di Djokovic. Ieri si sono sottoposti al tampone lo stesso Djokovic e sua moglie Jelena: positivi entrambi. Un successone.

“Tutto quello che abbiamo fatto nell’ultimo mese lo abbiamo fatto con intenzioni sincere e con il cuore puro”, ha esalato Nole. Per poi aggiungere: “Abbiamo organizzat­o questo torneo in un momento in cui la forza del virus stava diminuendo, credendo che ci fossero le condizioni per farlo”. Evidenteme­nte Djokovic è un gilet arancione a sua insaputa. Oppure è l’unico lettore di Libero, il quotidiano che si prende (e ci prende) in giro sin dal nome e che – du e giorni fa – esultava in prima pagina per gli italiani al mare senza mascherine, “alla faccia dei mena grami ”. Tutt i neuroni vilipesi sul selciato.

Djoko è un tipo salutista, ma a modo molto suo. Segue una dieta gl u

ten-free , non tanto perché sia celiaco ma perché il glutine per lui incarna ilmale. Ad aprile ha detto che, se scoprirann­o un vaccino per il Covid-19, probabilme­nte non lo farà. Certo è fermamente contrario a renderlo obbligator­io. Oltre a seguire Pappalardo e compulsare Senaldi, è presumibil­e che Djoko sia anche l’unico elettore di Sara Cunial. Essendo rappresent­ante dei giocatori Atp, molti suoi colleghi hanno lasciato intendere di non essere granché tranquilli all’idea di essere tutelati da uno così. Gli ha fatto la ramanzina perfino Kyrgios, il bad boy del circuito. Quando si tornerà in campo – Coronaviru­s permettend­o – ad agosto, Nole sarà l’uomo da battere. Come quasi sempre. Ma in questi giorni si è sconfitto da solo, e per giunta 6-0 6-0.

IL CAMPIONE È NO-VAX E GLUTENFREE, MA NON COVID-FREE

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 ?? FOTO ANSA ?? Numero uno Novak Djokovic in mezzo ai volontari dell’adria Tour, da lui organizzat­o
FOTO ANSA Numero uno Novak Djokovic in mezzo ai volontari dell’adria Tour, da lui organizzat­o
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