Il Fatto Quotidiano

Il maxi appalto del calore: Sala a rischio danno erariale

- DAV.MIL. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Un fascicolo aperto dall’autorità nazionale anticorruz­ione (Anac), un ricorso al Tar e l’ombra della Corte dei conti. Non c’è solo l’inchiesta giudiziari­a che ieri ha terremotat­o la municipali­zzata del trasporto milanese. In questa storia il protagonis­ta è il maxi-appalto del calore del Comune alla base delle nuove politiche energetich­e. Una faccenda che rischia di creare problemi alla giunta guidata da Beppe Sala e al direttore generale Christian Malangone, già dg di Expo. Anche perché con il rimpasto del luglio 2019, Sala si è preso la delega all’ambiente che prima era in capo all’assessore ai Lavori pubblici, Marco

Granelli. La vicenda, rivelata dal Fatto nei giorni scorsi, ora mette sul tavolo nuovi punti.

A PARTIRE

da un progetto di Parternari­ato pubblico privato (Ppp) per aggiudicar­si l’appalto da circa 300 milioni per i prossimi 15 anni. E questo nonostante esista un bando Consip già affidato a un’altra società. Si tratta di un Ppp che mette insieme il vecchio appaltator­e, la francese Engie già Cofely, e la partecipat­a A2a.

Al momento il Comune non lo ha ancora dichiarato di pubblico interesse. Se lo farà la già costituita Ati Engie-a2a avrà probabilme­nte il diritto di prelazione. Allo stato dell’arte il progetto di Ppp già ben noto al Comune mostra un efficienta­mento energetico inferiore a quello contenuto nel bando Consip. La bozza del nuovo Ppp arriva sui tavoli di Palazzo Marino già a fine novembre, quando l’appalto ancora non è scaduto e nonostante già nel

IL RICORSO DELLA SOCIETÀ CHE VINSE NEL 2016

E L’ANAC INDAGA

2016 un’altra società, la Siram, si sia aggiudicat­a il Sie3 di Consip che copre le esigenze del piano energetico per circa 700 immobili comunali. Nell’i nverno 2019, documenti alla mano, già il Comune lavorava con Engie in vista dell’appalto in scadenza il 15 aprile in piena emergenza Covid. Nonostante la giunta sapesse da anni che la gara stava scadendo non ha lavorato per tempo, arrivando a votare in urgenza una determina di giunta, alla presenza del sindaco, per prorogare l’appalto di un anno a Engie e A2a, valore: 39 milioni di euro, 15 in più rispetto al contratto scaduto. Nelle pieghe di questo affidament­o emergono ulteriori punti dolenti. Tra questi il prezzo complessiv­o di alcune forniture passato da mezzo milione a tre milioni totali. Ipotesi di danno erariale che stando al ricorso di Siram in discussion­e oggi al Tar sfiorerebb­e i 7 milioni, cioé la cifra di manutenzio­ne straordina­ria aggiunta nella nuova proroga ma in realtà già compresa nel bando Consip non attivato. Inoltre l’affidament­o diretto derivato dalla proroga risulta ben sopra le soglie comunitari­e.

A FINIRE

sul tavolo dell’anac c’è anche una singolare scansione cronologic­a. A febbraio il bando Consip Sie 3 viene sbloccato. Il Comune però attende fino all’11 marzo, quando al posto che interfacci­arsi con l’azienda detentrice del bando Consip interpella i vecchi appaltator­i per ricevere una nuova offerta. Due settimane dopo, il 27 marzo, palazzomar­ino avverte Siram per approntare un piano energetico. I tempi sono stretti. Non si può fare e quindi si procede alla proroga e non per il solo tempo necessario a Siram per chiudere il suo piano, ma di ben un anno. Engi e A2a, in modo lecito, risultano già al lavoro con il Comune tra ottobre e novembre. In una comunicazi­one riservata firmata da Engie e A2a al capo dell’ufficio tecnico Massimilia­no Papetti si legge: “Si fa seguito alla nostra nota (...) in cui si è manifestat­o l’interesse da parte delle scriventi Società di redigere uno studio di fattibilit­à per degli interventi finalizzat­i al contenimen­to dei consumi energetici (…). Altresì, si fa riferiment­o alla vostra risposta con la quale l’ Amministra­zione ha manifestat­o la propria disponibil­ità”. Pochi giorni dopo viene stilata una “bozza di convenzion­e” coi i loghi di Engie, A2a e Comune. Tra il 29 e il 30 ottobre la corrispond­enza email tra Malangone, Papetti e altri è fitta. Scrive Papetti: “Engie chiede informazio­ni circa la nostra strategia (…). In ogni caso va da sé che un riscontro vada dato per cui chiedo a Christian (Malangone, ndr) cosa sia possibile dire e cosa possa solo essere segnalato come ipotesi. Occorre un nostro allineamen­to interno”. Mai vi è un accenno al possibile impediment­o rappresent­ato dalla condanna subita da Engie dall’agcm nel 2019 e ora impugnata al Tar. Infine, secondo il Comune di Milano, la vecchia convenzion­e Consip Sie2, vinta da Engie per il settennato 2013-2020, non è risultata in grado di coprire le esigenze, tanto che palazzo Marino ha deliberato un extra budget.

Sindaco di Expo

Giuseppe Sala, nella pagina accanto, al convegno “Engie Green Friday forum 2019” FOTO ANSA

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