Firenze Lo stadio è solo un esempio della pessima amministrazione
LEGGO CON MOLTO INTERESSE e trasporto gli articoli di Tomaso Montanari, persona intelligente e competente che stimo moltissimo pur non condividendo al 100 per cento tutte le sue idee. A lui vorrei chiedere come mai a Firenze sia possibile deturpare il paesaggio con teleferiche di cristallo nel giardino di Boboli, costruire parcheggi interrati nonché svendere a miliardari stranieri palazzi storici, al servizio di limitati facoltosi turisti, e non sia possibile rifare uno stadio (il Franchi) che cade letteralmente a pezzi e che, anche se di proprietà di una società privata (la Fiorentina), rimarrebbe per sempre a servizio dell’intera comunità locale e non di turisti mordi e fuggi. Grazie e complimenti per lo splendido giornale.
DUCCIO CASAVECCHI
CARO CASAVECCHI, la risposta alla sua sacrosanta domanda è una sola: Dario Nardella. A mettere Firenze alla mercé di capitali internazionali che la considerano alla stregua di un limone da spremere sono l’inettitudine e l’estrema debolezza dei suoi amministratori. Firenze è stata governata senza un’idea che non fosse vivere di rendita alle spalle di un meraviglioso passato. Una via di mezzo tra lo sciacallaggio e la prostituzione: lo dico da fiorentino ferito e furibondo per ciò che è stato fatto alla mia, alla nostra, città.
Tutti sappiamo cosa sarebbe giusto fare allo stadio: restaurarlo e dotarlo di strutture moderne che mettano in grado il capolavoro architettonico di Nervi di rimanere, con perfetta efficienza, il campo della Fiorentina. È possibile? “La possibilità di fare del Franchi uno stadio dove le curve sono più vicine al campo di gioco c’è, di fare la copertura anche”: lo ha detto il soprintendente di Firenze Andrea Pessina pochi giorni fa. Certo, se poi Commisso ha comprato la squadra per costruire un mega centro commerciale, questo è un altro discorso. A cui, però, la città dovrebbe rispondere con fermezza. E invece l’amministrazione ondeggia tra possibilità opposte: dalle folli proposte di legge del Pd fiorentino per demolire lo Stadio di Nervi (una vera offesa a Firenze), alle insensate varianti urbanistiche approvate sull’area Mercafir senza però riuscire a convincere la proprietà della squadra. Insomma, Firenze (e il suo Stadio) entrano nel futuro se i fiorentini hanno un’idea di futuro e la difendono. Se invece si affidano agli squali esterni e agli inetti interni, la città finirà inevitabilmente divorata. Come è avvenuto finora.