Il Fatto Quotidiano

Grazie per il dibattito sulle statue controvers­e

- MARCO MESSORI

Ho seguito con interesse il dibattito sugli abbattimen­ti delle statue “non desiderate”: rendo merito al nostro giornale di aver voluto seguire e sviluppare questo argomento, importanti­ssimo perché coinvolge, in un sol colpo, un principio fondamenta­le della libertà di espression­e e di pensiero, una visione della Storia (nonché della Storia dell’arte) e l’interpreta­zione del suo ruolo di guida e indirizzo. Se le statue non vanno abbattute, come suggerisce il

Prof. Barbero, allora perché abbiamo gioito nel vedere decapitate quelle di Saddam Hussein o di Gheddafi mentre siamo rimasti inorriditi di fronte alla distruzion­e dei monumenti millenari operate dai Talebani e dalle milizie dell’isis? Forse perché queste ultime erano bellissime, mentre le altre erano brutte e volgari? Non si tratta di una questione di qualità artistica, ma di storia contrappos­ta all ’attualità. Come rimarcava magistralm­ente il Prof. Montanari, “solo gli schiavi distruggon­o i monumenti, gli uomini liberi li conservano”, e in questo dualismo sta tutta la questione. Siamo schiavi o uomini liberi? O meglio : siamo ancora nell’attualità o siamo già nella storia?... Credo che dovremmo ragionare come ci suggerisce Montanari: non distrugger­e ma musealizza­re i monumenti “controvers­i”, relegandol­i così in ambiti non più raggiungib­ili dall’attualità e dalle battaglie del presente.

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