Grazie per il dibattito sulle statue controverse
Ho seguito con interesse il dibattito sugli abbattimenti delle statue “non desiderate”: rendo merito al nostro giornale di aver voluto seguire e sviluppare questo argomento, importantissimo perché coinvolge, in un sol colpo, un principio fondamentale della libertà di espressione e di pensiero, una visione della Storia (nonché della Storia dell’arte) e l’interpretazione del suo ruolo di guida e indirizzo. Se le statue non vanno abbattute, come suggerisce il
Prof. Barbero, allora perché abbiamo gioito nel vedere decapitate quelle di Saddam Hussein o di Gheddafi mentre siamo rimasti inorriditi di fronte alla distruzione dei monumenti millenari operate dai Talebani e dalle milizie dell’isis? Forse perché queste ultime erano bellissime, mentre le altre erano brutte e volgari? Non si tratta di una questione di qualità artistica, ma di storia contrapposta all ’attualità. Come rimarcava magistralmente il Prof. Montanari, “solo gli schiavi distruggono i monumenti, gli uomini liberi li conservano”, e in questo dualismo sta tutta la questione. Siamo schiavi o uomini liberi? O meglio : siamo ancora nell’attualità o siamo già nella storia?... Credo che dovremmo ragionare come ci suggerisce Montanari: non distruggere ma musealizzare i monumenti “controversi”, relegandoli così in ambiti non più raggiungibili dall’attualità e dalle battaglie del presente.