Il Fatto Quotidiano

Susanna: Salvini in gonnella spara gaffe su gay e neri

- » Tommaso Rodano

Ve lo ricordate Corrado Guzzanti che canta Antonello Venditti, quel pezzo strepitoso sul Grande Raccordo Anulare? “E se nasce una bambina poi la chiameremo Roma”. Ecco, alla leghista Susanna Ceccardi e al marito Andrea Barabotti (altrettant­o leghista) è nata una bambina e l’hanno chiamata Kinzica. Non è una vodka polacca, ma l’eroina che secondo una leggenda medievale avrebbe salvato la città di Pisa dall’invasione dei Saraceni.

Capito? Ceccardi è talmente intrisa di epica leghista e di retorica anti-islamica che sull’altare di queste sue passioni ha sacrificat­o il nome della figlia. La bimba magari la perdonerà, dopo tanti anni di psicanalis­i. Ma Susanna è fatta così. È più salviniana di Salvini. È più donna, madre e cristiana della Meloni.

Sarà per questo che “il capitano” la vuole ovunque: l’ha lanciata in tv, l’ha vista trasformar­si nella prima sindaca leghista della rossa Toscana (a Cascina, provincia pisana), quando era vicepremie­r se l’è portata a Palazzo Chigi con un ricco incarico da 65mila euro l’anno, l’ha nominata commissari­a locale del partito e poi l’ha fatta eleggere al Parlamento europeo (48mila preferenze, la più votata dei suoi in Italia centrale). Ma Ceccardi non finisce mai: sarà la candidata del centrodest­ra alla presidenza della Regione Toscana.

FORSE È L’INVIDIA per questa carriera vertiginos­a, ma confessiam­o una difficoltà: non si riesce a capire il suo successo. Ceccardi è grintosa, ma non è che brilli. Una Salvini con i capelli lunghi e rossi e una propension­e ancora più accentuata alle gaffe. Ne scoprirono il potenziale catodico Michele Santoro e Giulia Innocenzi: la giovane Susanna nel 2014 diventa ospite fissa della trasmissio­ne Announo, su La7.

Tra i suoi contributi, una raffinata invettiva sui migranti: “Chi mi accusa di tenere più alla vita di un chihuahua che alla vita di un immigrato, non capisce che i chihuahua non sbarcano a migliaia sulle nostre coste”. Uomini come cani: davvero notevole. Si dirà che ai tempi era una ragazza ingenua, ma la sua retorica non è migliorata.

QUANDO Diventasin­daco il suo primo pensiero è questo: “Non ho messo la foto di Sergio Mattarella nel mio ufficio, è un retaggio dell’ancien régime”. Poi si mette in luce per le battaglie anti gay, anti migranti, anti moschee. E per la spiccata sensibilit­à femminista. Il Ceccardi- pensiero è incantevol­e: “Penso che le manifestaz­ioni contro la violenza sulle donne servano a poco. Di violenze ne subiamo tutti, ogni giorno. E magari le compiamo. La vio

lenza è parte dell’uomo e della donna, è parte della natura”. Darwin non avrebbe saputo dire meglio.

L’ILLUMINIST­A DI CASCINAHA opinioni importanti anche sul divario tra nord e sud: “È normale che i medici calabresi guadagnino meno di quelli dell ’Emilia-romagna. Ci saremmo tutti stupiti negativame­nte se gli stipendi dei medici calabresi sarebb... fossero stati più alti. Bisogna applicare il principio meritocrat­ico”. È noto che i problemi della sanità meridional­e siano colpa di chi si fa il mazzo in corsia.

Il segreto di Susanna resta un mistero. L’abilità sui social? Crediamo di no. Quando Oliviero Toscani pronuncia la sua orrenda frase sul disastro di Genova (“A chi interessa che caschi un ponte?”), Ceccardi replica con un selfie in cui mostra un foglio bianco e la scritta: #anointeres­sa . Si perde una “i” per strada: il risultato è imbarazzan­te. Ancora più imbarazzan­te il maldestro sciacallag­gio su Silvia Romano. Dopo la liberazion­e della ragazza milanese, Ceccardi pubblica su T

witter la notizia di un attentato di al Shabaab, il gruppo di terroristi somali che l’aveva rapita. “Vedo che i 4 milioni di euro pagati per il riscatto di Silvia Romano (una cifra ufficiosa e non confermata, n dr) sono stati subito messi a frutto”. Ma la notizia era vecchia di mesi, molto tempo prima che Silvia tornasse in libertà. Ceccardi tardivamen­te rimuove il tweet.

È una fake news. Ha imparato la lezione della Bestia: se sei capace a ringhiare, con quella bocca puoi dire ciò che vuoi.

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