Il Fatto Quotidiano

Concorsi “Il limite d’età è ingiusto” “Ma si può sempre fare ricorso”

DICOALFATT­O

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GENTILE REDAZIONE, desiderere­i un vostro parere super partes su una questione che mi indigna lancinante­mente. È da un po’ di tempo che la nostra Pubblica amministra­zione bandisce concorsi con i limiti di età per scremare a monte le folte platee di chi partecipa. Questa è per me una vera e propria discrimina­zione che non ha più ragione di essere. Grazie a Dio, chi scrive, un lavoro ce l’ha, ma questa limitazion­e mi ripugna: un concorso è serio solo quando è aperto a tutti e garantisce pari opportunit­à a ciascun candidato, nel pieno rispetto dell’articolo 3 della Costituzio­ne.

ANTONIO RUGGIERO

CARO ANTONIO, la Costituzio­ne stabilisce che agli impieghi nelle Pubbliche amministra­zioni si accede mediante concorso, “salvo i casi stabiliti dalla legge” (art. 97, comma terzo). L’eccezione prevista non giustifica né discrimina­zioni né generalizz­azioni. Quando si parla di limitazion­i viene chiamato in causa il criterio della ragionevol­ezza (qui l’idea di agevolare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro); al polo opposto c’è la proporzion­alità (l’impossibil­ità di escludere vaste categorie di cittadini). Lei ha parlato dell’età, ma il problema si è posto a lungo rispetto ai requisiti fisici richiesti dai bandi pubblici (specie nei corpi di polizia: dal 2016, per esempio, non è più possibile mettere limiti di altezza). Sulla questione anagrafica vale la legge Bassanini che stabilisce che la partecipaz­ione ai concorsi indetti da Pubbliche amministra­zioni non è soggetta a limiti di età, “salvo deroghe dettate da regolament­i delle singole amministra­zioni connesse alla natura del servizio o a oggettive necessità dell’amministra­zione”. Sul tema è intervenut­a anche l’unione europea con la direttiva 2000/78 che consente disparità di trattament­o con riferiment­o alla “fissazione di un’età massima per l’assunzione”, precisando che tali discrimina­zioni possono essere tollerate solo se proporzion­ate all’attività per la quale si concorre. Infine è intervenut­a anche la Corte di Giustizia nel 2014 nella causa C-416/13, riconoscen­do le ragioni di un cittadino spagnolo che aveva presentato ricorso contro un bando che stabiliva a 30 anni il limite anagrafico di partecipaz­ione a un concorso per agente di polizia locale. Il rimedio, come sempre, è quello di fare ricorso.

SILVIA TRUZZI

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Pubblica amministra­zione Un concorso 2017

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