’Ndrangheta a Milano: Giorgino “Malefix”, la fidanzata vip e la movida mafiosa in città
Lo hanno arrestato ieri all’alba nella sua nuova casa in via Sala sui Navigli a Milano. Vita tranquilla con i vicini, nessun sospetto. Eppure quel ragazzo robusto non ancora quarantenne è Giorgio De Stefano, l’erede di una delle cosche di ’ndrangheta più potenti. Sovrana assoluta del quartiere Archi di Reggio Calabria e presente sulla piazza milanese. De Stefano junior, figlio del superboss Paolino ucciso nel 1985, è indagato con altre 26 persone. Il nome dell’operazione conclusa ieri e coordinata dalla Squadra Mobile di Reggio e dallo Sco di Roma, si chiamamalefix. Esattamente il soprannome di Giorgino De Stefano. Il nomignolo è merito della sua compagna, Silvia Provvedi, già ex di Fabrizio Corona e concorrente di una delle ultime edizioni del Grande fratello Vip. Per lui l’accusa è di associazione mafiosa. La Procura lo descrive come l’erede del potere economico del clan. Potere gestito a Milano attraverso investimenti nei locali della movida. Tra questi il ristorante Oro Milano del quale il giovane boss è stato socio. Lo stesso locale prima si chiamava Gente dimare e nel 2009 ospitò un incontro tra politici e personaggi vicini ai clan, tra questi Paolo Martino, uomo dei De Stefano e figura di riferimento per il giovane Giorgio. In più occasioni “la stampa rosa” si è occupata di lui per via della sua relazione con la Provvedi dalla quale ha avuto recentemente un figlio. In quegli articoli, l’erede del clan era definito “un famoso imprenditore calabrese che viene da una importante famiglia e si divide fra la Calabria, Milano e Ibiza ed è tra i soci proprietari del ristorante Oro di Milano”. Su Instagram sono rare le sue foto. Investimenti e bella vita, dunque. Dal progetto di aprire un bar all’interno di una delle università di Milano alle spese folli. Di lui dice il pentito Enrico De Rosa: “Aveva mazzette da 500 euro, non finiva mai. Gli ho detto: ‘Giorgio ma dove li prendi? Le stampi forse?’. Ne aveva una marea. Mi è rimasto impresso il fatto che avesse sempre fogli da 500 euro in tasca”. Sotto la Madonnina, De Stefano si muoveva “come fosse a casa”. Prima in un appartamento in via Boscovich, oggi in riva ai Navigli. Eppure ogni volta che bisognava risolvere qualche problema, Giorgino scendeva a Reggio. Come nel caso di una faida solo sfiorata con una famiglia alleata dei De Stefano. In quel caso “Malefix” spiega a Gino Molinetti: “È un casino scendere in modo che non lo sanno. Bisogna fare ogni volta un manicomio, dobbiamo arrivare a Roma o a Napoli, lasci i telefoni, prendi la macchina”. A Milano invece si fanno affari. Spiega De Stefano: “Io gliel’ho detto, venitevene lì sopra. Io uno sono! Abbiamo un sacco di cose da fare! Uno si cura un paese all'estero, uno si cura i rapporti con altri cristiani”. Insomma soldi, clan, movida.