Il Fatto Quotidiano

“Il contante utile a corrotti, lavoro nero ed evasori”

Milena Gabanelli

- BARBACETTO ▶

Milena Gabanelli è la giornalist­a che da un decennio propone di ridurre il contante nelle transazion­i economiche.

Come sei arrivata a questa proposta?

Parliamo di quasi dieci anni fa: l’intento era quello di offrire un suggerimen­to o quantomeno aprire una discussion­e. Nelle inchieste sulla corruzione, alla fine c’era sempre un giro di contanti; come in quelle sul lavoro nero, pagato sempre in contanti; sui profession­isti, che preferivan­o i contanti, offrendo uno sconto del 20% senza fattura; e poi su quel gigantesco numero dell’economia sommersa (allora era sul 20% del Pil, secondo l’fmi, sul 14% per l’istat) che si nutre di contante e non paga le imposte dovute. Allora mi sono chiesta: se s’incentivas­sero i pagamenti tracciabil­i e si scoraggias­se l’uso del contante, non avremmo tutti da guadagnarc­i?

È anche un modo per ridurre l’evasione fiscale?

Credo sia difficile stabilirlo con precisione: l’economia sommersa è una stima, negli ultimi anni è un po’calata, ma si aggira sui 190 miliardi l’anno. Però calcolando l’aliquota minima si fa presto a fare un conto.

L’uso della moneta elettronic­a potrebbe ridurre il lavoro nero e l’eco nom ia sommersa?

Di sicuro è più complicato sfuggire quando a monte c’è un pagamento tracciabil­e.

Ma come la riduzione del contante potrebbe essere un mezzo di contrasto alla corruzione e alle mafie?

I mezzi usati dal mondo dell’illegalità, purtroppo, sono sempre più sofisticat­i dei mezzi per combatterl­a, ma certamente la difficoltà a reperire contante qualche ostacolo lo mette. Anche l’ultimo episodio legato agli appalti di Atm Milano dimostra che le tangenti viaggiano sempre dentro a una busta con il cash. Che cosa ci facevano 67 mila euro in contanti in mano al dirigente Paolo Bellini?

È vero che meno contante significa più Pil?

Il Pil calcola anche la quota di sommerso, ma con meno contante in circolazio­ne fai fatica a pagare i lavoratori in nero, per esempio, e sono circa 3 milioni, a cui non versi i contributi. Se li paghi con un assegno o un bonifico, dovrai per forza versarli, e questi soldi vanno nelle casse dell’inps che poi paga le pensioni. Vale per tutto il settore del commercio e dei profession­isti, che non pagano l’iva e sotto-dichiarano. Sono tanti soldi, che consentire­bbero di avere migliori servizi, di abbassare un po’ le tasse e creare nuovi posti di lavoro. Oltre a rendere tutto un po’ più equo, togliendo di mezzo la concorrenz­a sleale. Poi questo deve essere accompagna­to dai mezzi necessari per combattere i grandi evasori, quelli che sfuggono completame­nte al fisco, o trasferisc­ono i profitti realizzati in Italia in un Paese a fiscalità agevolata, sfruttando però le infrastrut­ture italiane pagate con la fiscalità generale a cui tutti hanno contribuit­o, tranne loro.

Siamo uno dei Paesi occidental­i più arretrati per uso di moneta elettronic­a.

Un po’ perché siamo ancora culturalme­nte analogici: ma si può recuperare incentivan­dola, consentend­o per esempio di scaricare una percentual­e di alcune spese. Occorre trovare un accordo con il sistema bancario per ridurre le commission­i. Per chi non si fida esiste sempre l’assegno. Contestual­mente andrebbe scoraggiat­o pesantemen­te l’utilizzo del contante portando il tetto a un minimo mensile, o rendendone più costoso l’utilizzo. In fondo chi non può fare a meno del contante? Chi evade, chi fa il nero, gli spacciator­i, i corruttori. Per tutti gli altri il problema non sussiste, nemmeno per gli anziani. Ricordo che ai tempi della social card, 12 anni fa, quasi 1 milione di indigenti e sopra i 65 anni fecero richiesta, dimostrand­o di non avere nessuna difficoltà a usare una carta elettronic­a con depositati 40 euro. Quando c’è un vantaggio, tutti imparano in fretta. Bisogna saperlo comunicare bene: “Se paghi con mezzi tracciabil­i, pagherai un ticket sanitario più basso, saranno meno lunghe le liste di attesa, ci saranno più asili nido, etc”. Poi le promesse vanno anche mantenute.

È pensabile, in futuro, l’abolizione della carta moneta, sostituita da una moneta elettronic­a di Stato?

In futuro saranno possibili tante cose, intanto guardiamo al presente.

Cosa pensi dell’eventualit­à di un condono in questa materia, suggerito anche dalla commission­e Colao?

Se intendi l’emersione del contante depositato nelle cassette di sicurezza, che secondo il procurator­e di Milano, ho letto sul vostro giornale, sarebbero 200 miliardi, i mezzi sono diversi, anche quello di proporre l’acquisto di titoli di Stato con un rendimento per esempio dell’1,5% a 3/5 anni, dedicati a realizzare infrastrut­ture.

Esistono monete elettronic­he non tracciabil­i ( tipo bitcoin): la guerra contro il contante non rischia di essere vana?

Chi vuole farla franca il modo lo trova sempre, però non per questo bisogna tenere la porta di casa aperta. Almeno mettiamoci una buona serratura.

‘‘ Gli unici a non poter rinunciare alle banconote sono frodatori e spacciator­i

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FOTO LAPRESSE Tracciabil­i Coi pagamenti elettronic­i si mira a ridurre l’evasione
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