Il Fatto Quotidiano

Ue, il virus in risalita L’oms: “È l’effetto della fine-lockdown”

- » Marco Pasciuti

Scendono per settimane, poi all’improvviso puntano verso l’alto segnando una “U” in corrispond­enza degli ultimi giorni. Mentre nel mondo – 9,5 milioni di contagi e 482mila morti – l’infezione da Sarscov2 continua a diffonders­i a ritmi da record in Sudamerica e raggiunge numeri significat­ivi in Africa e Medio Oriente, anche le curve epidemiche di molti Stati Ue tornano a salire. Hans Kluge lega il fenomeno alla “rimodulazi­one delle restrizion­i” decise da molti Paesi: “La scorsa settimana l’europa ha registrato per la prima volta da mesi una crescita dei casi settimanal­i”, ha detto il direttore regionale dell’oms. “30 Paesi hanno visto aumenti negli ultimi 14 giorni”.“in 11” c’è stata “una ripresa significat­iva che, se non controllat­a, spingerebb­e di nuovo i sistemi sanitari al limite”.

Kluge non ha elencato gli Stati, ma la sua analisi è sovrapponi­bile a quella che emerge dai dati del Coronaviru­s Government Response Tracker, progetto della “Blavatnik School ofgovernme­nt” dell’università di Oxford. I ricercator­i hanno messo a punto una scala su base 100 che misura il “rilassamen­to” dei Paesi: dei 45 più colpiti (che hanno cioè più di 25mila casi) 21 hanno allentato le misure di distanziam­ento sociale e 10 di questi sono alle prese con un rialzo della curva. È il caso della Germania, dove il focolaio scoppiato alla Tönnies – quasi 1.500 casi tra gli operai del colosso delle carni nel Nordreno-vestfalia – ha riportato l’indice Rt (la capacità di contagio di un infetto, la cui soglia di allarme è pari a 1) a quota 2,88: secondo la ricerca, il “tasso di restrizion­e” di Berlino è crollato dai 73 punti di inizio maggio ai 50 attuali e ha registrato un +36,7% di casi su base settimanal­e. Nel novero figurano ancheucrai­na (oltre 40mila casi, di cui 994 nelle ultime 24 ore), Svizzera, Francia, Svezia, Bangladesh, Indonesia, Iran, Arabia Saudita e Stati Uniti.

Nella sola giornata di mercoledì, Washington ha ricevuto segnalazio­ni di 36.880 nuovi contagi da tutto il Paese, che è il più colpito al mondo con quasi 2,4 milioni di casi, 122mila morti e ha uno stringency ratesceso da 72,7 di inizio aprile all’attuale 69,0. Una situazione che risente dell’ordine sparso in cui si sono mossi i singoli Stati federali, tanto che il record è segnato dalle impennate registrate nel Sud e nell’ovest, con Texas, Oklahoma e North Carolina che hanno riportato dati senza precedenti in un solo giorno: la Florida ne ha registrati oltre 5.500. Nonostante i dati la Casa Bianca ha confermato il piano di tagliare i fondi per 13 strutture che effettuano i test dopo l’ordine impartito da Donald Trump a Tulsa di ridurre la capacità diagnostic­a del Paese per abbassare i dati dei contagi.

Dietro gli Usa, il Brasile, in un’america Latina ormai epicentro mondiale della pandemia, continua la sua impennata: i positivi sono saliti a 1.188.631 (+ 42.725) e i morti sono 53.830 (+1.185). Secondo Oxford, il Paese del negazionis­ta Jair Bolsonaro è tra quelli in cui la curva continua a salire nonostante siano ancora in lockdown, che comprendon­o l’india (4° posto al mondo con 473mila casi, di cui 17mila in 24 ore) e il Sudafrica: ieri Pretoria ha annunciato il suo record giornalier­o (5.688 nuovi positivi), oltre la metà dei 10mila registrati in tutto il continente che ne conta finora 336mila.

Altri 11 Stati, fra cui l’italia, hanno allentato le restrizion­i, il loro indice è inferiore a 70, ma continuano a registrare un calo dei casi. Anche se non sono al sicuro da una seconda ondata. “Siamo ancora nella prima – ha detto ieri Kluge –, ma dobbiamo prepararci per l’autunno, quando il Covid-19 incontrerà influenza stagionale e polmoniti. Il virus continua a circolare e non abbiamo ancora farmaci e vaccini efficaci”.

“PER SETTIMANE ho parlato del pericolo di una recrudesce­nza dei casi mentre i Paesi rimodulava­no le restrizion­i”, ha detto ieri Hans Kluge, direttore Europa dell’oms parlando dell’aumento dei casi nel continente. Fenomeno osservato anche negli Usa,dove Donald Trump ha tagliato i fondi ai centri che effettuano i tamponi

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