Aiuti Covid Non solo i ritardi, si parla poco dei furbetti: serve denunciare
DICOALFATTO
BUONGIORNO, sono un vostro nuovo abbonato. In queste settimane, dopo la fine del lockdown , sui “giornaloni” la maggior parte degli articoli critica il governo per il mancato arrivo dei soldi alle aziende per il pagamento della cassa integrazione dei dipendenti. Io invece vorrei che qualcuno scrivesse anche che ci sono diverse aziende che “stanno marciando” sulla prosecuzione della cassa integrazione. Ho amici che fanno 10 ore al giorno per 4 giorni e il quinto fanno cassa integrazione, altri che sono a casa “in cassa” ma lavorano in smart working, oppure vanno a sistemare i macchinari, che hanno problemi, in altre ditte. E potrei portarne tanti altri di esempi... Poi vogliamo parlare dei parrucchieri con negozio di proprietà, che hanno chiesto e ottenuto i 600 euro e ora fanno ricevute fasulle o neanche fanno la ricevuta? Questo è uno spaccato della realtà post-covid coi soliti furbi. Cosa si può fare per denunciare questi comportamenti che danneggiano tutti quelli che hanno invece veramente bisogno di un contributo, ma per problemi vari non lo hanno ancora ricevuto? Vorrei che il Fatto, che si distingue dagli altri per far conoscere le verità nascoste, portasse a conoscenza questa disonestà. Continuate così! GIACOMO CAVIATI
GENTILE GIACOMO, un tema non esclude l’altro. I ritardi nel far arrivare gli ingenti aiuti stanziati sono innegabili, anche perché incanalati in procedure farraginose (la Cassa in deroga, per dire, passa dalle Regioni) su cui il governo ha deciso di intervenire, seppure – anche qui – in ritardo. A questo tema i giornali, e anche il Fatto, hanno giustamente dato ampio risalto. Ha invece fatto meno notizia l’assalto dei furbetti. Come abbiamo scritto, l’ufficio anti-frode dell’inps ne ha scovati in due mesi quasi 3mila solo tra le aziende che richiedevano la Cig senza averne diritto (stesso numero dell’intero 2019): è solo la parte visibile di un fenomeno più grande. Le storie che lei racconta si ripetono in tutta Italia, ma possono essere rilevate quasi solo dall’ispettorato del lavoro. La soluzione è denunciare agli ispettori e – perché no – anche ai giornali. È l’unica arma a disposizione dei suoi amici e dei lettori che vivono queste situazioni, di far emergere la peggiore eredità del Covid. I ritardi nell’erogare gli aiuti sono ingiustificabili, così come le furbate a danno di chi ne ha davvero bisogno. CARLO DI FOGGIA