Il Fatto Quotidiano

Appalto del calore di Sala: alt del Tar Atti ai pm contabili

- DAVIDE MILOSA

Circa 40 milioni di appalto. Fatto senza gara pubblica, con un affidament­o diretto, “violando i principi comunitari della libera concorrenz­a” e aumentando le cifre delle forniture. Tanto da prefigurar­e un danno erariale sul quale indaga la Corte dei conti. Sul piatto c’è il nuovo piano energetico del Comune di Milano, firmato anche dal sindaco Beppe Sala e rispedito al mittente ieri dal Tribunale amministra­tivo che ha sospeso la proroga di un anno alla francese Engie spa deliberata dalla giunta e motivata anche con l’emergenza Covid. La decisione è arrivata dopo il ricorso di Siram, società che ha vinto il bando Consip Sie3 e che avrebbe avuto sulla carta la priorità per gestire il “calore” di circa 700 immobili del comune dimilano. La vicenda, rivelata dal Fatto, si infiamma dopo che il Comune, senza apparente motivazion­e se non l’urgenza pandemia, affida ai vecchi appaltator­i la proroga annuale di un appalto che in totale vale 300 milioni di euro in 15 anni e sul quale da mesi lavorano la municipali­zzata A2a e la stessa Engie. Tutto questo nonostante si sapesse da tempo la scadenza dell’appalto al 15 aprile scorso. La delibera di giunta fissa così una proroga di un anno. Ieri il Tar ha ridimensio­nato la data al 15 ottobre prossimo, inviando il fascicolo alla Procura contabile. Il tribunale evidenzia la necessità “di disporre la trasmissio­ne degli atti alla Corte dei Conti, in consideraz­ione del fatto che la rinegoziaz­ione disposta senza gara in favore di Engie Servizi Spa comporta per l’amministra­zione una spesa di 34.810.442,66 euro”. Un bel guaio per Sala.

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