Il Fatto Quotidiano

I mille contro Netanyahu No al piano d’annessione

AVRAHAM BURG: “BRUXELLES INTERCEDA PER DEPOTENZIA­RLO”

- Roberta Zunini

Il 1° luglio si avvicina e la speranza di una soluzione del conflitto israelo-palestines­e si allontana fino a scomparire. Forse definitiva­mente. A meno di una reazione inedita e muscolare della finora passiva comunità internazio­nale (Europa in primis, dato che Trump è complice di Netanyahu) durante questo scampolo di tempo, mercoledì prossimo verrà ricordato nei libri di storia per l’annessione della Valle del Giordano e degli insediamen­ti israeliani in Cisgiordan­ia.

MA C'È CHI NON SI

dà per vinto e combatte contro questa mossa che viola tutte le risoluzion­i delle Nazioni Unite in merito e le Convenzion­i internazio­nali ratificate anche da Israele. Si tratta dell’onorevole Avraham Burg, già presidente della Knesset, nonché presidente ad

i nt e ri m di Israele nel 2000.

Burg ha deciso di utilizzare la propria autorevole­zza per fermare questa decisione unilateral­e che potrebbe far esplodere del tutto la polveriera medio orientale. Lo ha fatto scrivendo una lettera assieme a Michael Ben-yair, ex procurator­e generale di Israele, firmata da 1.080 parlamenta­ri europei di 25 paesi e di diversi orientamen­ti politici. Nella lettera, pubblicata due giorni fa, i legislator­i esprimono “serie preoccupaz­ioni” sul piano americano di porre fine al conflitto israelo- palestines­e che consentire­bbe a Israele di annettere il 30% del territorio della Cisgiordan­ia.

Nella lettera si avverte circa le “conseguenz­e commisurat­e” che una tale mossa potrebbe innescare, “per l'impatto dell’annessione sulla vita di israeliani e palestines­i, nonché per il suo potenziale destabiliz­zante in una regione alle porte del nostro continente”. I parlamenta­ri inoltre sottolinea­no che “l’europa deve assumere un ruolo guida nel riunire attori internazio­nali per prevenire l’annessione e salvaguard­are le prospettiv­e della soluzione a due stati e una giusta soluzione al conflitto”. Il piano ‘Vision for Peace’ presentato da Donald Trump e condiviso dall’arabia Saudita “si discosta da parametri e principi concordati a livello internazio­nale”, scrivono i parlamenta­ri, “promuove il controllo israeliano permanente a tutti gli effetti sul già frammentat­o territorio palestines­e, lasciandol­i senza sovranità e dando il via libera a Israele per annettere unilateral­mente parti significat­ive della Cisgiordan­ia”. Secondo il piano, un futuro stato palestines­e sarebbe più piccolo di quanto immaginato con diverse parti totalmente disgiunte l’una dall’altra. Inoltre riduce la definizion­e di ciò che costituisc­e un “rifugiato palestines­e” –

portando così a una limitazion­e grave dell'accesso agli aiuti internazio­nali – e impedisce a un futuro stato palestines­e di avere forze di sicurezza. L’appello è arrivato il giorno dopo la lettera inviata da 100 legislator­i europei e israeliani all’alto Rappresent­ate europeo, Josep Borrell, per esortarlo a “rinnovare il lavoro del Consiglio di associazio­ne Ue-israele e riprendere le sue attività il prima possibile”. Al Fatto, Burg si è detto fiducioso che l’europa avrà il coraggio di interceder­e affinché il piano venga almeno depotenzia­to, “anche se non ci sono ancora segnali concreti ed evidenti che ciò avverrà”.

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