Il Fatto Quotidiano

Tamponi privati: il Lazio contro assessore di Zinga

- » Vincenzo Bisbiglia

Nuovi problemi interni per Nicola Zingaretti, stavolta nella “sua” Regione Lazio. L’assessore alla sanità Alessio D’amato, elogiato da più parti per la gestione dell’emergenza Covid, non piace più al Pd. Giovedì i consiglier­i Dem, compatti, gli hanno votato contro, facendo approvare “a larga maggioranz­a” una mozione del centrodest­ra favorevole all’esecuzione dei tamponi nei centri diagnostic­i privati. Una battaglia, quella della gestione pubblica dei test molecolari che D’amato aveva sposato sin dall’inizio insieme all’unità di crisi regionale composta dai tecnici dell’istituto Spallanzan­i e dell’iss. Attirandos­i però la netta opposizion­e – fra gli altri – del capogruppo regionale Pd, Marco Vincenzi.

Il casus belli il 17 giugno, quando il Tar del Lazio accoglie il ricorso di Altamedica Artemisia, noto centro diagnostic­o di Roma, consentend­o ai privati di effettuare tamponi a pagamento. Alle spalle di quel ricorso, il vasto e articolato mondo della sanità privata laziale, che spinge da settimane per la “liberalizz­azione”. “Diffidate dai laboratori non autorizzat­i”, è invece l’appello di D’amato ai cittadini. Poche ore dopo, viene depositata mozione di Stefano Parisi, già candidato governator­e per il centrodest­ra nel 2018, che impegna la giunta a non opporsi al pronunciam­ento. Nelle premesse, anche un elogio al Veneto leghista: “La Regione Lazio ha eseguito meno della metà dei tamponi eseguiti in regioni virtuose come il Veneto”. Poco importa a Vincenzi, che giovedì in Aula fa approvare la mozione, con la sola astensione di FDI. D’AM at o non ha fatto alcun passo indietro. Giovedì stesso ha depositato il ricorso in Consiglio di Stato, ottenendo la sospensiva della sentenza del Tar, con la discussion­e nel merito fissata per il 16 luglio.

SECONDO i giudici amministra­tivi, l’attuale rete Coronet “è idonea a gestire, tracciare, elaborare la sottoposiz­ione a test senza che l’auspicato contributo privato sia di decisiva utilità”. Al contrario, dieci giorni fa il Tar sosteneva che “nel bilanciame­nto degli interessi coinvolti, l’interesse pubblico prevalente è quello di eseguire quanti più esami possibile”. “Abbiamo voluto mandare un segnale a D’Amato. Nel merito, perché con

FUOCO AMICO IL DEM D’AMATO “PICCONATO” DAL SUO PARTITO

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