Il Fatto Quotidiano

“La tempesta perfetta mostra il Vasco che è in noi”

Mercoledì la Rai trasmette il concerto-evento del 2017 con un’intervista inedita Il regista Verdelli: “Il Blasco ha un istinto animale pazzesco. Anche a me ha cambiato la vita”

- Alessandro Ferrucci

“Ho pensato all’ultima frase di Vasco alla fine di Modena Park, quando definì quella serata ‘una tempesta perfetta’. Aveva ragione. Per questo l’abbiamo intitolato così”.

Giorgio Verdelli è il regista dell’evento in onda il primo luglio su Rai1, “e non è la replica del concerto già trasmesso, ma la versione cinematogr­afica realizzata con ventisette telecamere. E raccontato dallo stesso Vasco, più una serie di testimonia­l; ( ci pensa un attimo)

durante la registrazi­one ci ha parlato di suo padre in campo di concentram­ento. Da brividi”.

Chi è Vasco?

Per me è un fratello maggiore, per altri un padre, un parente o un confidente; è un essere pensante con un istinto animale pazzesco, e accompagna­to da una curiosità umana e culturale non comune.

Sa ascoltare…

E poi sintetizza; lui ha bisogno di un contatto umano reale, tanto da portare avanti la stessa cerchia di amici da quaranta e passa anni.

Per Vasco uno dei miti è Bennato.

È vero, e lui stesso aggiunge Jannacci, Guccini, De Gregori e De Andrè; (ci pensa) però con Bennato il feeling è particolar­e.

Lei è di Napoli ed è cresciuto con Bennato.

Ci conosciamo dagli anni Settanta, e a Edoardo ho dedicato una puntata del mio programma Un ici sempre sulla Rai; (cambia tono) il cruccio di Bennato è quello di non essere più di moda.

Bennato da ragazzo.

Determinat­o, lucido, geniale; un po’ lo ha danneggiat­o Notti magi

che: quel brano gli ha intaccato l’immagine da cantautore, un errore che Vasco non ha commesso.

Cioè?

È difficile trovare punti di flessione nella carriera di Vasco e a lui devo l’inizio del mio percorso.

Come?

Nel 1986 arrivo in Rai per lavorare con Loretta Goggi, invito Vasco, già frutto ambito, e i responsabi­li della rete iniziano a prendermi in giro, convinti non fosse vero.

E invece…

All’improvviso lo vedo scendere da un’auto, con lui anche Guido Elmi, e sono entrato trionfalme­nte dentro gli studi televisivi. Da lì è cambiata la mia vita.

Torniamo alla Napoli anni Settanta.

Vivevamo nella creatività collettiva, io tra Edoardo e Pino Daniele.

I due non si amavano molto.

C’era una forte competizio­ne, e divisi in fazioni; (sorride) una volta mi chiamò a casa la mamma di Edo, donna celebre perché direttrice di una scuola elementare, e carattere molto deciso.

E…

Mi investì di parole, era dispiaciut­a perché Bob Dylan veniva in Italia e ad aprire il tour c’era Pino, “mentre è mio figlio il Dylan italiano!”

Pino Daniele.

Carattere complesso, era un misto di timidezza e insicurezz­a, spinto da una forte rivalsa verso la vita; era conscio del suo stato di salute.

Un suo rimpianto?

Non aver girato un documentar­io su David Zard (grande organizzat­ore di eventi musicali), un uomo intraprend­ente e visionario: bastava la sua firma sul manifesto pubblicita­rio per garantire la qualità dell’evento.

Di Vasco qual è la sua canzone preferita e perché.

Qui è difficile: con lui ognuno ha la sua...

Quindi?

Sarei tentato di rispondere Sally, ma canticchio E adesso che tocca a

me, quando dice “ora che non ho più Topo Gigio, cosa me ne faccio della Svizzera?”. Da fuoriclass­e. (resta in silenzio)

A cosa pensa?

Che c’è un po’di Vasco in ognuno di noi.

Durante la registrazi­one ci ha raccontato di suo padre in campo di concentram­ento

 ?? FOTO ANSA ?? Tre anni fa Vasco Rossi sul palco di Modena Park il 1°/07/17, evento record per la musica dal vivo
FOTO ANSA Tre anni fa Vasco Rossi sul palco di Modena Park il 1°/07/17, evento record per la musica dal vivo

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