Il Fatto Quotidiano

Lo scalatore geniale: “Non pensare, respira”

- » Carlotta Vissani

“Le migliori esperienze della vita non hanno una forma costante. Quando ti rimetti in strada, non pensare troppo. Guardati in giro e (…) ascolta ciò che ti circonda. La pioggia che cade, la sensazione che si prova quando si calpesta il muschio bagnato. E il silenzio. Chiediti: dove mi trovo adesso? Grazie. Mi trovo qui”. Qui e ora, dentro la magia dell’estemporan­eo che dovrebbe però coesistere, in equilibrio, col dinamismo interiore di chi si pone obiettivi e li persegue. Quella tensione verso terrà vivi e proteggerà da rimpianti e rimorsi. Parola dell’esplorator­e Erling Kagge, incapace d’immaginare un mondo in cui non ci sia più niente da fare né da scoprire.

57 ANNI, cresciuto a camminate ed escursioni in una famiglia che non possedeva auto né Tv, restituisc­e nel suo ultimo libro, Tutto quello che non ho imparato a scuola, un’immagine di sé bambino assai onesta ma per nulla eroica. Disastroso a scuola, per nulla sportivo, piuttosto asociale (era preso di mira per la dislessia, i “denti da coniglio” e un difetto di pronuncia), non spiccava per straordina­rietà, “ma avevo dei sogni, a quelli non ho mai rinunciato”, sottolinea. È questo approccio ad aver fatto la differenza. Dai 27 ai 31 anni Kagge ha raggiunto i tre poli senza supporti – Polo Nord, Polo Sud (in solitaria, senza radio, 1.300 km in 50 giorni, il primo al mondo) e una punta dell’everest – ha poi esplorato il sottosuolo dinew York passando per tunnel fognari, ferroviari e metropolit­ani, ha attraversa­to a vela l’atlantico due volte, doppiando Capo Horn. Ora è padre di tre figlie, è collezioni­sta d’arte contempora­nea e dirige la casa editrice Kagge Forlag, una delle più importanti in Norvegia. I suoi sogni si sono realizzati, sì, non certo per mera fortuna, ma perché quel bambino ha poi esercitato, indefesso, forza di volontà, ottimismo, perseveran­za, mettendo in conto la giusta dose di pericolo, rischio, probabilit­à di fallimento. In queste pagine distensive e discrete eppur appassiona­nti, continuum coi precedenti bestseller Il silenzio e Camminare , aneddoti, riflession­i e ricordi privati di Kagge si amalgamano al pensiero di molti filosofi e alle imprese di altrettant­i esplorator­i come Shackleton, Scott, Messner. Si riflette sull’importanza di ripristina­re un legame con lanatura (l’alienazion­e appiattisc­e il mondo e acuisce insicurezz­a e solitudine), di disconnett­ersi dal virtuale per riconnette­rsi a se stessi, di rallentare arginando la frenesia dei tempi moderni.

È bene poi attribuirs­i il giusto valore pur ammettendo i propri limiti, da accettare o osservare nell’ottica del migliorame­nto e realizzare che “la responsabi­lità e le fatiche danno sostanza alla vita. Scegliere la via più facile è la ricetta per svuotarla di significat­o... Fare una scelta è sempre la parte più difficile”, scrive Kagge. Non farne nessuna è però deplorevol­e. Conta fare il primo passo, mettersi in cammino, ognuno col proprio ritmo. Le risposte giungerann­o mano a mano o d’emblée e non è da escludere nascano dai silenzi. “Qui il silenzio è pervasivo”, scrisse nel suo diario di viaggio in Antartide, “Lo avverto e lo sento. Questa silenziosa vastità non solo non sembra minacciosa o spaventosa, ma rasserena”. Rasserena chi sa ascoltare, ascoltarsi.

Kagge, il primo al mondo ad arrivare ai tre Poli, ora è editore grazie a “quello che non ha imparato”

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 ??  ?? » Tutto quello che non ho imparato a scuola Erling Kagge Pagine: 128 Prezzo: 13 e Editore Einaudi
» Tutto quello che non ho imparato a scuola Erling Kagge Pagine: 128 Prezzo: 13 e Editore Einaudi

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