I racconti di Sarti Antonio, breviario ideale per l’estate del giallo italiano
Trentatré è un numero impegnativo ed evocativo e quindi all’altezza di Sarti Antonio, il questurino più famoso del giallo italico. 33 indagini per Sarti Antonio è infatti il titolo della poderosa raccolta di racconti che Sem manda in libreria per l’estate. L’ideale per affrontare luglio e agosto in ozio letterario, a mo’ di breviario quotidiano non seguendo necessariamente l’ordine dei manoscritti. Il gusto delle pagine sartiane - con la folla dei co-protagonisti, in primis Rosas l’extraparlamentare di sinistra – è uguale all’aroma del caffè buono, che tanto fa impazzire il poliziotto che lavora a Bologna. Anche se Sarti e il caffè sono un mistero nel mistero, essendo il detective, a memoria d’uomo, il più grande bevitore di liquido nero non fumatore.
SIAMO ARRIVATI sin qui senza mai citare il nome dell’inventore di Sarti Antonio. Ma lo sapete tutti: è Loriano Macchiavelli, padre di Sarti ma anche padre del giallo politico, come ricordano i due curatori del volume, Massimo Carloni e Roberto Pirani. Sin dall’esordio nel 1974, i fatidici Settanta in bianco e nero, “il giallo dimacchiavelli si rivela subito provocatorio e, rispetto, a ogni modello noto, assolutamente anomalo. È, come suol dirsi, un giallo ‘impegnato’, perché l’indagine sul crimine è sempre indagine sulle matrici sociali e politiche, da cui esso trae origine. La scelta, ad ‘ambiente del delitto’, di Bologna, per molti quasi una città ideale, fu all’epoca sentita come un oltraggio e una dissacrazione”. Macchiavelli però è tante cose: rovescia lo stereotipo dell’investigatore figo e introduce un’ironia irresistibile (il racconto Se d’estate si spara è colpa di Nicolini è un gioiello). Il suo modello ha avuto un successo duraturo e popolare e la sua attualità politica resiste ancora. Quanti giallisti italiani, per esempio, oggi hanno il coraggio di disturbare il manovratore, come fa Macchiavelli?