Il Fatto Quotidiano

Scuola, la Azzolina strappa 1 miliardo e 50mila prof in più

In aula il 14 settembre, ma lezioni anche fuori

- » Virginia Della Sala

Alla fine arriva l’accordo sul rientro a scuola a settembre tra ilminister­o dell’istruzione e le Regioni, coadiuvato anche dal ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, che ha replicato il modello utilizzato durante l'emergenza anche sugli altri settori. Trovata l’intesa, insomma, è ora che parta la macchina e che parta in fretta: ci sono i soldi (un miliardo in più che ha aiutato molto a placare tutti gli animi e anche i sindacati) per aumentare i docenti e il personale fino a 50mila unità, c’è la disponibil­ità a parole di ogni attore coinvolto, c’è l’impegno del premier Giuseppe Conte su un’istruzione che sia al centro della strategia del governo (e si spera anche del Re co ve ry Fu nd quando arriverà), c’è l’annuncio da parte della ministra Lucia Azzolina di un “tour” tra scuole e comuni per aiutare concretame­nte a trovare soluzioni rapide, e quello dell’aumento a luglio dello stipendio dei docenti di 80-100 euro (che saranno però scaglionat­i in base al reddito e che sostituira­nno, potenziati, gli 80 euro di Renzi).

RISPETTO A GIOVEDÌ, scompare il riferiment­o al contributo di soggetti del terzo settore per gestire gli alunni delle classi che dovessero eventualme­nte essere divise. Se ce ne sarà bisogno si potranno chiamare dei supplenti. Del “patto con la comunità” resta però soprattutt­o la collaboraz­ione nel trovare nuovi spazi per gli studenti, dai parchi ai teatri, alle bibliotech­e e agli archivi. Si dovrà pensare a una didattica nuova, diversa, fuori dalla classe. Questo viene ribadito ancora. La scuola come la conosciamo sembra destinata a finire, anche per necessità pratiche. Durante la conferenza stampa a palazzo Chigi, ieri, la ministra ha infatti confermato che dalle rilevazion­i fatte finora sul 75 per cento dei 40mila istituti scolastici che ci sono in Italia, è risultato che il 15 per cento degli alunni dovrà essere portato “fuori dagli edifici scolastici”. Sul tema delle elezioni il 20 settembre, la ministra ha detto che saranno gli enti locali con il ministero dell’interno a decidere se vi siano altri luoghi oltre le scuole dove svolgere la tornata elettorale.

Per il resto, è confermato il di stanziamen­to degli alunni di un metro tra bocca e bocca, come previsto dal Comitato tecnico Scientific­o che, due settimane prima dell’in iz io della scuola (confermata il 14 settembre) si esprimerà sulla necessità delle mascherine in base al quadro epidemiolo­gico. Il sabato a scuola resta ma diventa “una diversa modulazion­e settimanal­e del tempo scuola su delibera degli organi collegiali competenti” ed è confermata la didattica mista e integrata con il digitale. E ancora gli ingressi scaglionat­i, si prevede un raccordo con il trasporto locale - scolastico e non - che dovrà essere a ranghi dimezzati, non si riducono le ore di lezione ma bisognerà garantire a tutti lo stesso tempo. Dopo le ricognizio­ni, poi, dirigenti ed enti locali comunicher­anno ciò di cui avranno bisogno: da più insegnanti e personale ai lavori di manutenzio­ne ed edilizia. Più dettagliat­e le indicazion­i per i più piccoli, che non dovranno indossare le mascherine e a cui dovranno essere garantiti gruppi ridotti e spazi sicuri e costanti, per ridurre al minimo le variabili e le occasioni di contagio.

LA GIORNATADI ieri, poi, è stata l’occasione per ribadire un impegno che per l’azzolina è di vecchia data, per il premier Conte quasi una novità: riuscire ad eliminare le “classi pollaio”, iniziare ora con l’iniezione di fondi per l’emergenza, spingendo con quanto arriverà da Bruxelles (ma non è stato ancora quantifica­to quanto andrà alla scuola) e forse riuscendo a immaginare una riforma che sia struttural­e e duratura nel tempo. Le premesse ci sono, le promesse anche: solo i prossimi mesi e le decisioni che verranno prese confermera­nno il livello di priorità che il governo dà all’istruzione anche in tempi normali. “La mia visione per il futuro - ha detto Azzolina - è una scuola digitale, con pochi alunni per classe e innovativa. Anche colorata. Una scuola da cui gli studenti escano malvolenti­eri”. Settembre dovrebbe essere solo l’inizio. Si vedrà.

LA MINISTRA VISITERÀ GLI ISTITUTI IN ESTATE

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