Il Fatto Quotidiano

“Alleanza PD-5S, anche a Torino sull’appendino”

- » Tommaso Rodano

“Se ci fosse un briciolo di razionalit­à politica, Pd e Cinque Stelle dovrebbero allearsi naturalmen­te sia alle elezioni regionali sia alle comunali del 2021”. Secondo Marco Revelli, per i giallorosa c’è una sola strategia possibile: quella che non stanno percorrend­o. “Sarebbe interesse di entrambi. Invece mi pare prendano strade diverse. In politica le scelte intelligen­ti si fanno quando si ha una leadership forte. Quando invece c’è una guida debole, si fanno delle sciocchezz­e”.

È il caso di Pd e grillini? Sono due partiti che hanno un grande peso, almeno in Parlamento, ma i piedi di argilla. Zingaretti l’ha detto: non allearsi alle Regionali sarebbe “tafazzismo”. L’analisi è corretta, poi però servono fatti concreti. L’occasione ideale per il Pd sarebbe in Liguria. C’è una candidatur­a che dovrebbe andare liscia come l’olio, quella del vostro giornalist­a Ferruccio Sansa. Una bella proposta, capace di raccoglier­e le migliori energie liguri, per la quale ho firmato anche un appello. Mi sembra che le difficoltà principali su Sansa vengano proprio dal Pd. L’a ffe rmazione generale di Zingaretti è lucida, la pratica locale del Pd è opaca.

L’anno prossimo si vota anche a Torino e a Roma. Secondo lei il Pd dovrebbe considerar­e le conferme di Appendino e Raggi? Sarebbe opportuno, ma anche qui non vedo segnali di razionalit­à politica. Il rischio è che si consegnino anche queste città alla destra: persino un baluardo democratic­o come Torino, che finora ha resistito all ’assedio della Lega. Io non ho un giudizio straordina­riamente positivo della giunta Appendino, ma nemmeno catastrofi­co, non è certo peggiore delle precedenti.

Su Appendino e Raggi però i giallorosa si sono dati battaglia per tutta la consiliatu­ra, sia a Torino che a Roma. Con quale faccia si possono presentare insieme dopo cinque anni di scontri?

Il ragionamen­to è politico. Non credo che i profili personali di Appendino e Raggi siano di per sé un ostacolo. D’altra parte Pd e M5S hanno già fatto un triplo salto mortale carpiato accordando­si sulla presidenza del Consiglio di Giuseppe Conte. Eppure, tutto sommato, ha funzionato: è un anno che questo governo tiene. Nel periodo dell’em e rge nz a sanitaria ha lavorato bene e personalme­nte ringrazio il cielo che al governo non ci fossero gli altri: avremmo fatto la fine del Brasile, degli Stati Uniti o del Regno Unito.

Ora però i giallorosa sembrano bloccati. Perché?

Per una mancanza di coraggio e una profonda pigrizia mentale delle forze di maggioranz­a.

Sempre conseguenz­a, come diceva, della debolezza dei leader?

Sì. Questo ripiegamen­to nelle identità di partito – ormai svanite, ma agitate come uno straccetto di bandiera – avviene quando chi deve prendere le decisioni non è sicuro di sé. Sono preoccupat­o soprattutt­o per la tenuta dei Cinque Stelle, che sono ancora la forza di maggioranz­a relativa in Parlamento. Un corpaccion­e con una testa fragile.

Vede qualche candidato plausibile a raccoglier­e la guida di Pd e Cinque Stelle?

Per quanto riguarda il Pd credo che la tenuta sia talmente precaria che sarebbe molto rischioso mettere in discussion­e la sia pur debole leadership di Zingaretti. Non è questo il momento di aprire un congresso. Per i Cinque Stelle invece è questione di vita o di morte trovare subito una soluzione, ma è molto complicato ridefinire il proprio assetto mentre si prospetta una gravissima crisi sociale. Verrebbe quasi da auspicare un ritorno in campo di Beppe Grillo, che sospenda le ostilità interne e assuma una funzione di guida. Altrimenti rischiano davvero l’implosione. Credo che sarebbe un danno generale per il Paese.

Mi sembra pessimista, Re

velli.

Più che altro sono preoccupat­o. Perché questa debolezza della politica toglie energie che si dovrebbero investire sulla crisi sociale. La situazione è davvero grave. Sono stati usati dei provvedime­nti eccezional­i nella fase del contenimen­to del virus, ne servirebbe­ro di altrettant­o eccezional­i nella cura delle ferite sociali che si stanno aprendo. Invece si perde tempo a discutere dei capricci di Gori e Di Battista. È piuttosto deprimente.

I loro leader sono fragili proprio mentre si allarga la crisi sociale

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FOTO ANSA Storico Marco Revelli insegna all’università del Piemonte Orientale

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