Il Fatto Quotidiano

“Vitalizi, decido io: non ho paura di grillini e dem”

Dopo la decisione scandalosa della commission­e Caliendo, tocca al presidente (forzista) del giudizio d’appello

- » Ilaria Proietti

“Io delle pressioni me ne fotto, per usare un francesism­o. Spero lo facciano anche gli altri, sennò mi toccherà intervenir­e”. Luigi Vitali di Forza Italia è tra l’incudine e il martello. Da presidente del Consiglio di Garanzia gli toccherà decidere definitiva­mente sulla questione dei vitalizi del Senato e proprio non gradisce il clima: i 5Stelle, ma pure la Meloni, Salvini, Zingaretti dicono di essere già al lavoro per fare coriandoli della sentenza con cui in primo grado la Commission­e Contenzios­a presieduta dall’altro azzurro, Giacomo Caliendo, ha mandato in soffitta il taglio degli assegni. Non saranno loro a ricorrere, in ogni caso. Come ricorda l’avvocato Maurizio Paniz, ma il Segretario generale del Senato Elisabetta Serafin. Da cui ci si attende la costituzio­ne in giudizio di fronte al collegio presieduto da Vitali. Che si presenta così.

“Lo sa chi sono io? Sono quello che ha portato a casa la ex- Cirielli (passata alla storia come legge salva-previti, ndr ) nonostante le feroci polemiche. Me ne hanno dette di tutti i colori: a partire dall’accusa di essere il cameriere di Berlusconi. Figurarsi se adesso mi lascio intimorire: quando sono stato nominato da Casellati ho accettato l’incarico ed è stato un grande onore. Certo che mai avrei subito condiziona­menti da chicchessi­a. Parlo con il Fatto Quotidiano non per dire cosa penso della sentenza Caliendo, di cui peraltro non conosco ancora le motivazion­i, ma per dare un modesto suggerimen­to. Anzi due”.

Quali?

Mi permetto di suggerire ai soloni del Pd e dei 5Stelle che se vogliono davvero sgombrare il campo da veri o presunti conflitti di interessi come quelli che sono stati adombrati sul mio collega Caliendo, non devono far altro che cambiare la legge. In modo che non siano più gli organi di giustizia interna del Senato a decidere sui vitalizi degli ex senatori. Se davvero sono tutti d’accordo ci vuole poco. Certo meno tempo di quello che servirà a noi per decidere.

Quale tribunale potrebbe decidere su un privilegio come quello dei vitalizi? Ma quale privilegio! I vitalizi sono calcolati in base a quanto si è versato come tutte le pensioni. Scusi quanti italiani conosce che maturano la pensione dopo soli 5 anni di lavoro?

Nessuno. Ma è pure vero che gli ex parlamenta­ri non possono ricongiung­ere i loro contributi.

Ora che tutti sono pronti a far saltare in aria la sentenza Caliendo lei dice che ci vuole un giudice esterno… Mi ascolti bene. Io mi meraviglio che Salvini e Meloni si mettano a inseguire Pd e 5S sul campo della demagogia. Detto questo, se dovessi pizzicare i componenti del collegio che presiedo, che sono eletti nei partiti e nei movimenti che si sono espressi contro la decisione di Caliendo, non secondo diritto come hanno fatto finora, ma sulla base di altre valutazion­i, farò tutto quello che mi consentono le norme per denunciare questo comportame­nto. Non sono disponibil­e a subire decisioni politiche.

Ma è una minaccia?

No. È una promessa. Il Consiglio di garanzia è un organo giurisdizi­onale. L’avvocato Paniz, già in un’altra occasione, ha presentato istanza per ottenere che non fosse il nostro collegio a decidere e l’abbiamo respinta. Non escludo che possa rifarsi sotto ora che i capi partito hanno già detto come si dovranno comportare i loro rappresent­anti nel mio organismo. Scusi, con quello che è successo in primo grado, tra sentenze preconfezi­onate e ombre di conflitti di interessi, il problema è ciò che dicono i leader?

In primo grado ci sono state delle superficia­lità gravi. Ma non tali da convincere l’amministra­zione del Senato a ricusare Caliendo &C.

Dice che Casellati doveva intervenir­e?

Dico che il Senato era una delle parti in giudizio. E la parte in giudizio può ricusare i giudici. A proposito della Casellati: quando era al Csm ha chiesto il vitalizio di ex senatrice e lo ha ottenuto quando era già presidente del Senato. Lei lo avrebbe fatto al suo posto?

D’istinto direi di no. Ma bisogna trovarcisi.

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In primo grado superficia­lità molto gravi: Casellati poteva ricusare Caliendo, ma non l’ha fatto

 ?? FOTO ANSA ?? Eleganza austera
La presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati in vestito rosso e borsa di pelle
FOTO ANSA Eleganza austera La presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati in vestito rosso e borsa di pelle

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