Pacchiano Sì ai doppi turni
Ci siamo: i l C ovid-19, che non è una ciarla, costringe a scelte decisive nei confronti di tutto il popolo della scuola. Delle nuove linee guida ministeriali il Fatto ha dato ampio riscontro nel numero di sabato. Ma entriamo nei particolari sui punti deboli di tali linee. A partire dal “distanziamento fisico, inteso come un metro fra le rime buccali ( sic) degli alunni”.
SI Dovràricorrere a un’enciclopedia medica: “Rima: ‘fessura che delinea la chiusura delle due labbra’”. Per il 90 per cento degli italiani equivale al latinorumdel dottor Azzeccagarbugli, distraendoci dal vero problema, cioè dal fatto che da bocca a bocca un metro è veramente poco. E che sia un sistema per nascondere l’impossibilità di abbattere le classi pollaio? C’è un rimedio? C’è ma nessuno lo ha previsto. Si dovrà, per semplificare, ritornare al secondo dopoguerra e a tutti gli anni 50 e oltre. Quando era tutt’altro che infrequente, nelle scuole medie e superiori, l’utilizzo dei doppi turni: tre giorni almattino e tre al pomeriggio. Molti edifici essendo inagibili perché bombardati o distrutti durante la guerra. Ci lamentavamo? Nossignori. Studiavamo di meno? Nossignori. Anzi, alternare mattine e pomeriggi era più divertente e vario. Così fu per me e per i miei compagni. È applicabile all’oggi? Certo che sì. Perché i doppi turni ora consentono, smembrando classi e formandone di nuove meno affollate, di distribuire ragionevolmente la popolazione di una scuola fra mattina e pomeriggio. Smembramento doloroso, ma meglio quello o beccarsi il Covid? Ci sarà bisogno di almeno un terzo in più di insegnanti? Bene: molti posti di lavoro in più in un Paese dove la disoccupazione è l’incubo di giovani e meno giovani precari.
E i quattrini?, dirà qualcuno. Quanti enti inutili ricevono denaro nel nostro Paese! E il colpaccio dei soliti noti: il Senato che si ridà i vitalizi! Se si pensa poi che l’entrata in servizio del Tav è prevista, se tutto va bene, per il 2030, c’è da chiedersi se sia meglio sacrificare i nostri ragazzi con provvedimenti tappabuchi o un’opera faraonica e costosissima. C’è da dire in più che i doppi turni alle medie e alle superiori consentiranno di trovare più facilmente spazi alternativi o ristrutturare scuole dismesse per i bimbi delle elementari. Surreale, tuttavia, l’ipotesi corrente di servirsi di spazi all’aperto come parchi e giardini (e la brutta stagione?), di cinema (in costante diminuzione o estinzione), di teatri.
E ancora. Si accenna alla posa di prefabbricati. Ma da qui al 14 settembre corrono poco più di due mesi e mezzo. E allora facciamo un passo indietro. Guadagnar tempo per avviare i cantieri. Lo sapete che dal secondo dopoguerra fino all’anno 1976/77 le scuole cominciavano fra l’1 e il 10 ottobre? Si studiava tanto e bene, molto più di oggi.
Non dissipo parole sulla decisione di scaglionare gli ingressi. Inattuabile per scuole di 30 classi. Quanto al fatto che nelle superiori si alternerà la didattica in classe a quella a distanza, voglio riportare qui la testimonianza di un’insegnante di un liceo milanese: “La didattica a distanza non ha funzionato perché è, in sé, un ossimoro. La didattica ha bisogno di sguardi, di gesti, di domande e di risposte, di corpi e di animi, che l’online ha eliminato, riducendo i ragazzi a immagini sfocate, semplici quadratini con le iniziali del nome. Inoltre, certi ragazzi dovevano lasciare il collegamento a metà lezione perché i parenti avevano necessità del computer. E in varie parti d’italia non ci sarà stato nemmeno un computer per famiglia. Le verifiche scritte basate sulla traduzione? Eliminate. Idemgli scritti di matematica. Didatticamente è stato un anno perso, ansiogeno e stressante. Dico solo che mi sono sentita in una solitudine siderale”. Capito?
ALTERNARE MATTINE E POMERIGGI ERA PIÙ DIVERTENTE E VARIO