Il Fatto Quotidiano

Truzzi Cacciari e il lavoro

- SIT

Cento anni fa moriva Max Weber, per una polmonite violenta attribuita a uno strascico dell’epidemia di Spagnola. Nell’occasione Massimo Cacciari gli dedica un saggio (Il lavoro dello spirito, Adelphi) in cui torna a riflettere sulle due conferenze tenute nel 1917 e nel 1919, riunite da Mondadori con il titolo Il lavoro intellettu­ale come profession­e (con introduzio­ne e curatela dello stesso Cacciari). È trascorso un secolo ma le due forme del lavoro intellettu­ale – quello dello scienziato e del politico – continuano a esistere in un dialogo conflittua­le, uno teso al sapere l’altro al determinar­e. È, ormai, una lotta impari. Mai come oggi la Scienza regna sulla Politica, grazie all’equivoco della presunta neutralità dell’una (come ha mirabilmen­te spiegato Emanuele Severino) e del disorienta­mento dell’altra. Prendiamo la cosiddetta scienza triste, l’economia, a cui la Politica si è consegnata fingendo di ignorare che il capitalism­o è visione del mondo, anzi è una visione del mondo totalizzan­te (e totalitari­a, nella sua versione turboliber­ista).

Il risultato è che ci siamo messi tutti in fila, obbedienti e sorridenti in nome della razionalit­à efficiente, nonostante la precarizza­zione e l’impoverime­nto. Il capitalism­o, maturo già negli Anni 70, avrebbe dovuto marcire da tempo, eppure è ancora piuttosto in forma là dove hanno ceduto le strutture più deboli (quelle statuali).

Allo Stato di diritto (quasi privato) Cacciari dedica riflession­i, come spesso gli accade, molto interessan­ti, arrivando a conclusion­i non sempre condivisib­ili. Aggiungiam­o uno spunto: dei tre elementi costitutiv­i dello Stato – territorio, popolo, sovranità – due esistono ormai solo come declinazio­ni dispregiat­ive. Se non è questa una dissoluzio­ne…

“IL LAVORO DELLO SPIRITO” (ADELPHI)

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