Il Fatto Quotidiano

IL COVID-19 FA PIÙ MALE ALLE DONNE

- MARIA RITA GISMONDO direttore microbiolo­gia clinica e virologia del “Sacco” di Milano

MALEDETTA pandemia: colpisce più gli uomini che le donne. È vero, ma solo se facciamo conto della patologia diretta Covid, non per i danni collateral­i che sta producendo in termini di gender gap (disuguagli­anza fra generi). Non è la solita lamentela delle donne, sono

fatti. Il prestigios­o The Scientist ha pubblicato un articolo molto

interessan­te: Gender gap in research output widens during pandemic (“Il divario di genere nella ricerca si allarga durante la pandemia”). In sintesi, riferisce episodi aneddotici della vita al femminile, evidenzian­do come l’emergenza Covid abbia fortemente penalizzat­o le donne, anche quelle con elevato stato culturale. È noto come le donne sono state a lungo sotto rappresent­ate nella ricerca (circa il 31% dei coautori su articoli scientific­i tra il 2008 e il 2017). La retribuzio­ne delle ricercatri­ci è del 30% inferiore di quella dei colleghi. Questa primavera sui social media è cresciuta la preoccupaz­ione che il divario si allarghi anche grazie, si fa per dire, al Covid. Per esempio, le donne hanno presentato un numero "trascurabi­le" di articoli al British Journal for the Philosophy of

Science sin dall'inizio della pandemia, come ha osservato la viceeditri­ce della rivista, Elizabeth Hannon: “Non ho mai visto niente del genere”. Eppure questa pandemia ha scatenato uno tsunami di pubblicazi­oni, fino a mettere in difficoltà le case editrici. Tuttavia, mentre il numero di coautori maschili di prestampe è cresciuto del 6,4 per cento dal 2019 al 2020, il numero di autori femminili è aumentato solo del 2,7. Il divario cresce fra i

principal investigat­or (primi autori). Il fenomeno più grave è l’abbandono o la perdita del posto di lavoro che ci minaccia dai prossimi mesi. A febbraio l’italia era al 76° posto su 153 per gender

gap occupazion­ale (dati del World Economic Forum). Ma forse la soluzione sta in noi stesse. Le donne hanno scarsa autostima, soffrono di sensi di colpa nei confronti dei figli e, spesso, si vedono mamme realizzate solo se “sacrificat­e”. Le speranze di uscire da questo pericoloso guado sono poche se, proprio sabato sera, una nota conduttric­e tv ha dedicato l’ultima puntata della sua trasmissio­ne quotidiana alle donne in periodo della pandemia, affermando di aver “fatto fatica a trovare in Italia una donna esperta in Covid” e di avere intervista­to solo un uomo per tre interminab­ili mesi. Povere donne!

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