Il Fatto Quotidiano

Contagi, allarme all’aeroporto di Fiumicino “Dal Bangladesh partono con la febbre”

- VINCENZO BISBIGLIA

“Ènecessari­o aumentare i controlli sui voli internazio­nali”. A Roma scoppia il problema, in chiave Covid, dell’aeroporto di Fiumicino. L’allarme è dell’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’amato. Da giorni si cerca di “spegnere” un nuovo focolaio nella cittadina portuale, dove i dipendenti bengalesi di un bistrot si sono infettati coinvolgen­do fin qui 12 persone. Secondo la Regione, il “paziente zero” sarebbe un uomo arrivato in aereo da Dacca che ha confessato di essersi imbarcato già febbricita­nte. “In alcuni Paesi i controlli in partenza sono nulli. Abbiamo scritto al ministero del Trasporti, ma non ci hanno risposto”, spiegano dalla Regione. Nella “fase 2”, gran parte dei contagi romani – escluso il focolaio dell’irccs San Raffaele Pisana – è di importazio­ne: Brasile e Stati Uniti, soprattutt­o. Si concentran­o sul litorale, dove sale la tensione. Ieri pericoloso affollamen­to all’ospedale Grassi di Ostia: “Si effettuano tamponi solo per casi sospetti con febbre e problemi respirator­i”, hanno dovuto ribadire le autorità sanitarie locali.

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