Contagi, allarme all’aeroporto di Fiumicino “Dal Bangladesh partono con la febbre”
“Ènecessario aumentare i controlli sui voli internazionali”. A Roma scoppia il problema, in chiave Covid, dell’aeroporto di Fiumicino. L’allarme è dell’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’amato. Da giorni si cerca di “spegnere” un nuovo focolaio nella cittadina portuale, dove i dipendenti bengalesi di un bistrot si sono infettati coinvolgendo fin qui 12 persone. Secondo la Regione, il “paziente zero” sarebbe un uomo arrivato in aereo da Dacca che ha confessato di essersi imbarcato già febbricitante. “In alcuni Paesi i controlli in partenza sono nulli. Abbiamo scritto al ministero del Trasporti, ma non ci hanno risposto”, spiegano dalla Regione. Nella “fase 2”, gran parte dei contagi romani – escluso il focolaio dell’irccs San Raffaele Pisana – è di importazione: Brasile e Stati Uniti, soprattutto. Si concentrano sul litorale, dove sale la tensione. Ieri pericoloso affollamento all’ospedale Grassi di Ostia: “Si effettuano tamponi solo per casi sospetti con febbre e problemi respiratori”, hanno dovuto ribadire le autorità sanitarie locali.