Il Fatto Quotidiano

Sardegna, la Regione abbatte il Piano Soru Via libera al cemento sulle coste dell’isola

- M.F.

Spalancare le porte al cemento sulle coste della Sardegna. Demolire il Piano Paesaggist­ico Regionale, quello del 2006 che porta la firma della giunta di Renato Soru e che ha salvato finora le coste sarde. La battaglia approderà domani in Consiglio regionale. Secondo gli ambientali­sti, ma anche i partiti di opposizion­e (dalla sinistra al M5S), il grimaldell­o per cancellare i vincoli a tutela delle coste sarde sono le norme che propongono una nuova “interpreta­zione autentica” del testo. Insomma, sarebbe introdotta una disciplina che reinterpre­ta i vincoli. Spalancand­o, secondo i critici, le porte al cemento. “Il regime vigente prevede che si operi con la co-pianificaz­ione, che cioè la Regione e il ministero lavorino insieme”, sostiene Stefano Deliperi che guida l’associazio­ne ambientali­sta Gruppo di Intervento Giuridico. E con le nuove norme? “Tutto resterebbe in mano alla sola Regione”, oggi guidata dal centrodest­ra. Tre gli ambiti chiave cui sarebbe applicata la nuova disciplina: il divieto di edificazio­ne nella fascia di trecento metri dalla costa, le aree agricole e i beni identitari (aree archeologi­che e monumenti). Cioè quelle zone salvate finora dal piano Soru e che attirano interessi immobiliar­i enormi. Deliperi snocciola i mega-progetti cementific­atori che potrebbero ripartire: “Gli esempi sono infiniti. Se ne trovano ovunque lungo le nostre coste, ma mi vengono in mente Calagiunco (Villasimiu­s), Costa Turchese (Olbia, lanciato da società della famiglia Berlusconi), poi Capo Malfatano (un promontori­o selvaggio dove voleva costruire un’impresa che vedeva tra i soci Mps e i Benetton). Per non dire del progetto di Tuvixeddu (Cagliari), una contestati­ssima operazione immobiliar­e affacciata sulla più grande necropoli fenicia del Mediterran­eo. Era tutto fermo, ma le ruspe potrebbero ripartire ovunque.

La norma, almeno formalment­e, ha un altro fine: consentire l’ultimazion­e della statale Sassari-alghero che va avanti da molti anni. Ma Deliperi respinge l’ipotesi: “La strada, essendo stata prevista in piani precedenti a quello vigente, potrebbe essere realizzata comunque. È un paravento”. Così il Grig ha raccolto quasi 30mila firme contro la nuova norma. E ha già annunciato ricorsi. Una battaglia dura: a favore del via libera ci sono nomi grossi dell’economia locale e nazionale. E le forze del centrodest­ra. A partire da figure di primo piano della politica locale “come Dario Giagoni geometra e vice commissari­o della Lega in Sardegna”. Che ha dichiarato: “Smettetela con il ritornello che noi del centrodest­ra siamo cementific­atori. Vogliamo soltanto che l’edilizia non muoia”.

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