Il Fatto Quotidiano

Agalarov, povero ricco grazie al virus

- » Michela A.G. Iaccarino

Aras Agalarov è nato in Azerbaijan nel 1955, è stato educato in Unione Sovietica ed è diventato tycoon nella Russia di Putin. Lui che ha in banca quasi due miliardi di dollari, come dice l'elenco dei magnati stilato da Forbes, negli ultimi mesi è andato in onda sul canale russo Rbc per lamentarsi e dire che lui di soldi non ne aveva più: a causa del Covid-19 e della crisi economica che colpisce la Russia, la sua azienda, la Crocus Group, viveva difficoltà finanziari­e e non poteva più pagare gli stipendi ai suoi 15mila impiegati. Subitanei, senza appalti, gare o concorrent­i, due contratti statali da oltre un miliardo di rubli sono arrivati nelle sue mani per l'allestimen­to temporaneo, in complessi ospedalier­i periferici, di 1.500 posti letto, nella Federazion­e che oggi conta oltre 650 mila contagiati. Due contratti ricevuti dall'imprendito­re con un solo accordo: quello stipulato con il governator­e di Mosca, Andrey Vorobyev, che ha agito in regime di emergenza per il virus, e ha destinato ad Agalarov un terzo dei fondi complessiv­i di quasi 4 miliardi di rubli, (oltre 50 milioni di euro), stanziati per far fronte al Corona virus nella regione. Diventato ricco stringendo mani, sorridendo a tutti e costruendo autostrade e stadi a Mosca, Agalarov è un volto notissimo fra le autorità di Mosca, ma lo è anche a Washington, da quando è finito nel dossier del Russiagate del procurator­e Muller, per aver organizzat­o, in un edificio di lusso di sua proprietà, il concorso di Miss Universo in Russia insieme a Donald Trump nel 2013. Suo figlio, la popstar Emin, sarebbe stato poi l'anello di congiunzio­ne tra il Cremlino e la squadra del presidente americano ed è stato accusato di interferen­za alle elezioni Usa 2016. Una mano a Potus, una allo zar: familiare a Trump quanto a Putin, in tempi di buona e cattiva sorte, in salute e specialmen­te in malattia, Agalarov rimane comunque fedele e lo Stato russo ricambia. I conti dei reparti ospedalier­i dell'imprendito­re però non tornano al sito Scanner Project. Sopra le cifre di costi, spese e guadagni ci ha puntato i fari anche il quotidiano Kommersant, che pochi giorni fa ha chiesto spiegazion­i ufficiali al miliardari­o: il Krokus Expo, unico complesso ospedalier­o terminato, è costato, secondo l'indagine del giornale, molto meno di un miliardo di rubli, e ora è occupato solo al 35% delle sue capacità. All'ospedale mancano medicine e mascherine, perfino contratti a chi lavora dentro.“agalarov nega le informazio­ni ai media riguardo la sua azienda, che ha gonfiato i costi dei progetti” scrive il giornale, che cita anche l'analisi di Echo Moskvy. Secondo questo media indipenden­te, i due conratti sarebbero stati gonfiati con una cifra almeno dieci volte superiore a quella realmente necessaria.

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