Agalarov, povero ricco grazie al virus
Aras Agalarov è nato in Azerbaijan nel 1955, è stato educato in Unione Sovietica ed è diventato tycoon nella Russia di Putin. Lui che ha in banca quasi due miliardi di dollari, come dice l'elenco dei magnati stilato da Forbes, negli ultimi mesi è andato in onda sul canale russo Rbc per lamentarsi e dire che lui di soldi non ne aveva più: a causa del Covid-19 e della crisi economica che colpisce la Russia, la sua azienda, la Crocus Group, viveva difficoltà finanziarie e non poteva più pagare gli stipendi ai suoi 15mila impiegati. Subitanei, senza appalti, gare o concorrenti, due contratti statali da oltre un miliardo di rubli sono arrivati nelle sue mani per l'allestimento temporaneo, in complessi ospedalieri periferici, di 1.500 posti letto, nella Federazione che oggi conta oltre 650 mila contagiati. Due contratti ricevuti dall'imprenditore con un solo accordo: quello stipulato con il governatore di Mosca, Andrey Vorobyev, che ha agito in regime di emergenza per il virus, e ha destinato ad Agalarov un terzo dei fondi complessivi di quasi 4 miliardi di rubli, (oltre 50 milioni di euro), stanziati per far fronte al Corona virus nella regione. Diventato ricco stringendo mani, sorridendo a tutti e costruendo autostrade e stadi a Mosca, Agalarov è un volto notissimo fra le autorità di Mosca, ma lo è anche a Washington, da quando è finito nel dossier del Russiagate del procuratore Muller, per aver organizzato, in un edificio di lusso di sua proprietà, il concorso di Miss Universo in Russia insieme a Donald Trump nel 2013. Suo figlio, la popstar Emin, sarebbe stato poi l'anello di congiunzione tra il Cremlino e la squadra del presidente americano ed è stato accusato di interferenza alle elezioni Usa 2016. Una mano a Potus, una allo zar: familiare a Trump quanto a Putin, in tempi di buona e cattiva sorte, in salute e specialmente in malattia, Agalarov rimane comunque fedele e lo Stato russo ricambia. I conti dei reparti ospedalieri dell'imprenditore però non tornano al sito Scanner Project. Sopra le cifre di costi, spese e guadagni ci ha puntato i fari anche il quotidiano Kommersant, che pochi giorni fa ha chiesto spiegazioni ufficiali al miliardario: il Krokus Expo, unico complesso ospedaliero terminato, è costato, secondo l'indagine del giornale, molto meno di un miliardo di rubli, e ora è occupato solo al 35% delle sue capacità. All'ospedale mancano medicine e mascherine, perfino contratti a chi lavora dentro.“agalarov nega le informazioni ai media riguardo la sua azienda, che ha gonfiato i costi dei progetti” scrive il giornale, che cita anche l'analisi di Echo Moskvy. Secondo questo media indipendente, i due conratti sarebbero stati gonfiati con una cifra almeno dieci volte superiore a quella realmente necessaria.