“Solo attacchi, zero proposte: la gente ora è stufa del gioco delle opposizioni”
Da oggi i cosiddetti “invisibili” avranno un luogo in Rete dove poter parlare, confrontarsi e progettare il futuro. È una piattaforma web e si chiama Alternett.it: un esperimento pilota che mira a dare voce autonoma a quella sfera umana, sociale e lavorativa – dai precari ai rider , per intenderci – che oggi non ha voce. Uno strumento ideato dal filosofo Stefano Bonaga e che ha come sostenitori nomi come Nadia Urbinati, Carlo Petrini, Moni Ovadia, Alessandro Bergonzoni, Piergiorgio Ardeni, Luciana Castellina e Giancarlo Vitali Ambrogio. Nadia Urbinati, lei insegna Scienze politiche alla Columbia University di New York ed è tra i firmatari di questo progetto. Ci spiega che cos’è Alternett.it ? Un portale nel quale si vuole dare voce a chi oggi non ce l’ha, degli spazi per poter dire “noi ci siamo, abbiamo questi problemi e abbiamo questo desideri”. Cosa che i partiti non fanno più.
Crede davvero che tra i cittadini italiani stia tornando la voglia di impegnarsi attivamente in politica? La cittadinanza non significa votare ogni tanto e basta. La cittadinanza, per essere attiva, ha anche dei doveri. E con Alternett.it vorremmo dare questa possibilità, raccogliere le tante proposte che oggi sono disperse nel Paese.
Secondo lei oggi gli italiani di cosa hanno più bisogno?
I cittadini sembrano avere, più di prima, grande bisogno di fiducia. Per questo c’è tanta ammirazione per Giuseppe Conte, perché è un uomo che ha saputo dar loro questa fiducia. E lo dico, a scanso di equivoci, che io non sono mai stata simpatizzante del Movimento 5 Stelle.
Molti, tra opposizione e no, dicono che Conte non abbia competenza sufficiente per gestire la ripresa.
Con questa storia delle competenze… La democrazia è questa cosa qui, io non sono una cittadina perché ho competenze, ma perché sono parte dello Stato italiano. Ho il diritto di dire ciò che penso e di candidarmi. Questo atteggiamento fasullamente aristocratico non lo condivido.
Dove sbaglia l’opposizione secondo lei?
In questo attacco permanente, dalla mattina alla sera, a Conte e al suo governo. Perché in una fase così critica non abbiamo un’opposizione capace di fare critiche costruttive? Questa opposizione vuole soltanto, ogni giorno, vedere scorrere il sangue. Ma la gente, di questo gioco, non ne può più.
Crede che il calo dei consensi di Renzi sia dovuto a questo continuo attacco al governo?
Certo. Renzi cala, ma anche Salvini cala. In un momento così drammatico prendersela con chi cerca di dare una mano al Paese è poco intelligente. Questo è soltanto un governo di convivenza o lei vede anche qualche spiraglio per la creazione di quel fronte progressista, riformista da tanti evocato?
Qualche passo è stato fatto, aiutati anche dalla difficoltà della pandemia. Ora però inizia la vita vera, la sfida è molto grossa: non basta più solo la forza di resistere, serve la forza di programmare una ripresa nel tempo che coniughi giustizia sociale e servizi pubblici. Lo Stato deve tornare propositivo e non solo un bancomat, come vorrebbero molti industriali.
Il futuro delmovimento 5 Stelle può prescindere da Conte?
I 5Stelle sono finiti se non riescono a diventare un partito strutturato, punto. È compito loro dire “noi siamo un gruppo con una proposta”, indipendentemente dal presidente del Consiglio. Detto questo, se Giuseppe Conte dovesse davvero creare un suo partito sarebbe finito, come è successo a Monti.
Anche nel Partito democratico ci sarà una resa dei conti?
Spetterà al partito risolvere le sue questioni interne. Però non mi sembra questo il momento della resa dei conti. Anche perché vorrebbe dire far cadere il governo.
Prendersela con chi cerca di aiutare il Paese è poco intelligente