Maggiori regole per il bene dei ragazzi
Da otto mesi, Il Fatto è il mio quotidiano, perché è indipendente. Come ex-docente in tutti gli ordini di scuola (eccetto le elementari) e fino all’università, vorrei farle presente un argomento di cui nessuno si occupa (ma nella prossima estate, certamente, tutti i quotidiani e le tv lo faranno la domenica e il lunedì): le stragi dei ragazzi. Io credo che i ragazzi vadano protetti e mi limito a toccare il problema relativamente alle discoteche, che sono luoghi di ordinaria e tragica follia: si beve, si ascolta musica (ma è “musica”?) “ci si sballa”, ci si droga. E poi... si muore. Luoghi che ospitano così tanti ragazzi non sono tollerabili; vanno chiusi decidendo un limite massimo: non più di cento persone (oggi ne entrano anche mille).
Il controllo all’interno e all’esterno è un problema di ordine pubblico. Gli orari vanno ridotti. Non si deve andare in discoteca a mezzanotte o all’una. A quell'ora le discoteche devono chiudere. Ai ragazzi diamo una pessima scuola, un ambiente a dir poco semidistrutto, incultura diffusa, pochi esempi di rettitudine da parte degli adulti. È l’ora di tornare indietro. Se vi faceste paladini di questa causa (la causa dei giovani, visto che già lo fate toccando altri problemi) sareste ancor più meritevoli.