Il Fatto Quotidiano

Le opere d’arte possono trasmetter­e speranza nel futuro

- FABRIZIO MORETTI

Questa Pandemia che ho vissuto, e che sto vivendo, mi ha portato a riflettere e a vedere le cose in maniera diversa riguardo al mondo dell’arte, o meglio del mercato dell’arte di cui io ne ho fatto una ragione di vita. Appena la Pandemia provocò il lockdown, il mondo dell’arte si è, giustament­e, paralizzat­o e la prima domanda che si fecero tutti è stata: e adesso cosa accadrà A questa domanda, gallerie, case d’asta, fiere internazio­nali, tutti si sono scatenati con questo sistema dell’online, proponendo pubblicame­nte opere che andavano da qualche migliaia di euro a milioni, quasi stalkerizz­ando i poveri collezioni­sti. Proprio in quel momento mi sono detto che nelle difficoltà, l’arte non deve essere un asset materiale, ma un bene spirituale. L’arte deve educare e far riflettere, soprattutt­o in questo momento storico, che credo sia il più basso culturalme­nte degli ultimi 50 anni. D’altronde, parlando dall’italia, in un paese che freme più per la ripresa del campionato di calcio che per la riapertura delle scuole, cosa ci possiamo aspettare? Un paese dove, pur detenendo più del 50% del patrimonio storico artistico che vi è al mondo, un ministro aveva persino proposto di togliere la Storia dell’arte nella scuola dell’obbligo.

La cosa che più di recente mi ha disgustato intellettu­almente, è l’uso di Tik Tok da parte degli Uffizi. Io sono per la divulgazio­ne del nostro patrimonio in termini mediatici, ma sempre con rispetto delle opere. Gli Uffizi sono sacri, e come tali andrebbero trattati. Questi Tik Tok sono di una volgarità assoluta! L’arte è eleganza. Ma purtroppo l’italia vive, tristement­e, di presente, dimentican­dosi la grande storia che ci ha visti protagonis­ti. Tuttavia noi mercanti d’arte siamo anche troppo lontani dal presente. Viviamo in una palla di cristallo, immersi nel nostro microcosmo, lontani dalla realtà, dove opere che vengono vendute a milioni di dollari, fino ad arrivare alla follia di un “Leonardo” a $ 450.000.000, sembrano la normalità. In un momento come questo ci rendiamo conto che con tutte le difficoltà del sistema, siamo dei miracolati e fortunati rispetto al resto mondo. Questi mesi che ci vedranno fermi sono solo un periodo, perché il mondo, e la storia ce lo insegna, ripartirà. L’uomo ha passato e vinto tante tragedie, e tante ancora ne vedrà. Il Covid, almeno, che ci aiuti a pensare. Spero che, quando tutto tornerà alla normalità, il mondo dell’arte diventi meno frenetico e riflessivo, e che i collezioni­sti possano, come a inizio Novecento, riassapora­re la bellezza del rapporto con le gallerie che, purtroppo adesso, sono sempre più rimpiazzat­e e soffocate dalle fiere. Diventate piccole imprese hanno sostituito le pubbliche relazioni al dialogo e all’expertise. Sinceramen­te avrei preferito, in questo periodo, da parte di tutta la mia categoria, più discrezion­e nel muoversi. I mercanti che rovesciano milioni di euro sul web, avrebbero potuto tranquilla­mente permetters­i di non vendere niente o il poco farlo senza troppo rumore. Ostentare questi milioni di euro mi è sembrato un gesto molto irrispetto­so nei confronti della situazione e di molte persone che hanno perso il posto di lavoro, e di altre che non riescono ad arrivare a fine mese. Ma se vogliamo tornare a parlare in termini più economici e realisti, l’arte è sempre stata un asset in tutte le situazioni difficili, basti pensare allasecond­a guerra mondiale. Le grandi crisi sono servite e possono servire a far chiarezza tra operatori e artisti, facendo rimanere a galla la qualità di quelli che la Storia salverà. L’arte è uno dei migliori strumenti per riflettere e ridare energia necessaria a superare la depression­e del momento. Le opere d’arte sono in grado di trasmetter­ci la speranza e la certezza che l’uomo ce l’ha sempre fatta, e tornerà a farcela quest’anno come negli anni che verrano.

L’arte è uno dei migliori antidepres­sivi inventati dal genere umano.

AGLI UFFIZI UTILIZZARE TIK TOK PER PROMUOVERE IL MUSEO È UN’INIZIATIVA DEGRADANTE

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