Il Fatto Quotidiano

Il Covid fa aumentare i morti sul lavoro: 208 vittime, solo una su tre nella sanità

- ROBERTO ROTUNNO

Il 2020 rischia di essere l’anno nero delle morti sul lavoro: nei primi 5 mesi sono aumentate del 30,5%, malgrado uffici e cantieri chiusi e il massiccio uso di smart working. Il Covid si è rivelato il più grande pericolo per i lavoratori, non solo nella sanità. Un anno strano: tra gennaio e maggio gli incidenti sul lavoro sono “scesi” a 207.472. Sempre tantissimi, ma il 23% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Sono diminuite pure le morti avvenute nel tragitto tra casa e luogo di lavoro, passate da 112 a 68 (-39,3%). Il balzo in avanti lo hanno fatto i decessi in occasione di lavoro, ben 364 contro i 279 del 2019 (+30,5%). Scatto dovuto ai tanti che hanno perso la vita per aver contratto il coronaviru­s mentre erano in servizio. Una tragedia che non riguarda solo chi opera negli ospedali e nelle case di riposo. L’inail dice che, al 31 maggio, le morti sul lavoro per Covid sono state 208. Meno di una su tre (il 29,5%) nella sanità; l’11,6% nel commercio, il 9,8% nella manifattur­a, l’8% nella logistica, il 6,3% nelle costruzion­i e il 4,5% in alberghi, bar e ristoranti.

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