“È la stampa indipendente che tutela i whistleblower”
Rivelano crimini, abusi, corruzioni e lo fanno a loro rischio e pericolo, perché spesso vengono licenziati, finiscono in galera o, addirittura, ammazzati. Si chiamano whistleblower. Per proteggerli è stata creata una nuova organizzazione: Signals Network che ha creato partnership con vari media internazionali. Per l’italia ha scelto il Fatto Quotidiano. Abbiamo chiesto alla direttrice esecutiva di Signals, Delphine Halgand- Mishra, di discutere il suo lavoro.
Che tipo di aiuto concreto Signals Network offre ai whistleblower?
Signalsè un’ organizzazione non profit franco-americana che fornisce supporto a whistleblower selezionati che hanno contribuito a rendere pubblici abusi significativi, come Rui Pinto, il whistleblower di Football Leaks. Possiamo fornire questa assistenza in 11 nazioni, Italia inclusa. Possiamo offrire aiuto legale, sicurezza delle comunicazioni, rapporti con i media, supporto pubblico, sostegno psicologico e anche un posto dove poter stare temporaneamente al sicuro.
I spesso chiedono aiuto alla stampa che però, per la maggior parte, è nelle mani di grandi aziende. Nel creare partnership, Signals Network dà rilevanza a questo fattore?
Lei ha ragione, la concentrazione dei media e/o la mancanza di completa indipendenza sono una grave minaccia alla libertà di stampa. Abbiamo scelto media partner che appartengono a un largo spettro di opinioni politiche, con un numero significativo di lettori e con una tradizione nel giornalismo d’ap pr ofondimento e con alti standard professionali. I nostri media partner hanno creato un sistema che consente di ricevere tutti contemporaneamente le stesse informazioni dai whistleblower. Questo sistema protegge le informazioni da potenziali interessi di stato o privati che possano influenzare la posizione editoriale di un particolare media: poiché tutti ricevono tutto allo stesso tempo, le rivelazioni del whistleblower non possono essere messe a tacere da interessi esterni.
Perfino le democrazie europee garantiscono pochissime protezioni ai whi
stleblower. L’italia è all’inizio. Cosa pianifica Signals per rafforzarle?
I prossimi mesi sono cruciali: i Paesi europei hanno fino al 2021 per recepire nelle loro leggi la direttiva europea sulla protezione dei whistleblower, votata dal Parlamento europeo. Questa direttiva non è perfetta, ma è un grande passo in avanti nella protezione delle fonti giornalistiche. Quindi io invito tutti i cittadini europei a tenere gli occhi ben aperti su come i loro parlamenti recepiranno questa direttiva a livello nazionale. Con una grande rete di organizzazioni della società civile, stiamo monitorando il comportamento dei governi europei in materia. Quando Rui Pinto è finito in prigione in Portogallo, per esempio, sono andata a incontrare il ministro della Giustizia portoghese. Oggi Rui Pinto è libero anche grazie all’organizzazione Signals.