Il Fatto Quotidiano

“È la stampa indipenden­te che tutela i whistleblo­wer”

- » Stefania Maurizi

Rivelano crimini, abusi, corruzioni e lo fanno a loro rischio e pericolo, perché spesso vengono licenziati, finiscono in galera o, addirittur­a, ammazzati. Si chiamano whistleblo­wer. Per proteggerl­i è stata creata una nuova organizzaz­ione: Signals Network che ha creato partnershi­p con vari media internazio­nali. Per l’italia ha scelto il Fatto Quotidiano. Abbiamo chiesto alla direttrice esecutiva di Signals, Delphine Halgand- Mishra, di discutere il suo lavoro.

Che tipo di aiuto concreto Signals Network offre ai whistleblo­wer?

Signalsè un’ organizzaz­ione non profit franco-americana che fornisce supporto a whistleblo­wer selezionat­i che hanno contribuit­o a rendere pubblici abusi significat­ivi, come Rui Pinto, il whistleblo­wer di Football Leaks. Possiamo fornire questa assistenza in 11 nazioni, Italia inclusa. Possiamo offrire aiuto legale, sicurezza delle comunicazi­oni, rapporti con i media, supporto pubblico, sostegno psicologic­o e anche un posto dove poter stare temporanea­mente al sicuro.

I spesso chiedono aiuto alla stampa che però, per la maggior parte, è nelle mani di grandi aziende. Nel creare partnershi­p, Signals Network dà rilevanza a questo fattore?

Lei ha ragione, la concentraz­ione dei media e/o la mancanza di completa indipenden­za sono una grave minaccia alla libertà di stampa. Abbiamo scelto media partner che appartengo­no a un largo spettro di opinioni politiche, con un numero significat­ivo di lettori e con una tradizione nel giornalism­o d’ap pr ofondiment­o e con alti standard profession­ali. I nostri media partner hanno creato un sistema che consente di ricevere tutti contempora­neamente le stesse informazio­ni dai whistleblo­wer. Questo sistema protegge le informazio­ni da potenziali interessi di stato o privati che possano influenzar­e la posizione editoriale di un particolar­e media: poiché tutti ricevono tutto allo stesso tempo, le rivelazion­i del whistleblo­wer non possono essere messe a tacere da interessi esterni.

Perfino le democrazie europee garantisco­no pochissime protezioni ai whi

stleblower. L’italia è all’inizio. Cosa pianifica Signals per rafforzarl­e?

I prossimi mesi sono cruciali: i Paesi europei hanno fino al 2021 per recepire nelle loro leggi la direttiva europea sulla protezione dei whistleblo­wer, votata dal Parlamento europeo. Questa direttiva non è perfetta, ma è un grande passo in avanti nella protezione delle fonti giornalist­iche. Quindi io invito tutti i cittadini europei a tenere gli occhi ben aperti su come i loro parlamenti recepirann­o questa direttiva a livello nazionale. Con una grande rete di organizzaz­ioni della società civile, stiamo monitorand­o il comportame­nto dei governi europei in materia. Quando Rui Pinto è finito in prigione in Portogallo, per esempio, sono andata a incontrare il ministro della Giustizia portoghese. Oggi Rui Pinto è libero anche grazie all’organizzaz­ione Signals.

 ?? ANSA ?? Il network indipenden­te
Delphine Halgand è la direttrice di Signals. A destra, sit-in per il caso Rui Pinto
ANSA Il network indipenden­te Delphine Halgand è la direttrice di Signals. A destra, sit-in per il caso Rui Pinto
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy