Il Fatto Quotidiano

Rossi lancia la “buona destra”

- » Gianluca Roselli

• LA DOMANDA non è nuova: c’è spazio in Italia per una destra liberale, moderna, europeista e non becera, populista e razzista? Secondo Filippo Rossi sì.

Per chi non se lo ricorda, Filippo Rossi è stato uno degli uomini più vicini di Gianfranco Fini nell’ultima parte del suo percorso, con Futuro e Libertà. Di Fli Rossi è stato uno degli intellettu­ali di riferiment­o. Ora, a 7 anni dalle elezioni del 2013, e dopo aver diretto per molti anni a Viterbo la manifestaz­ione culturale Caffeina, Rossi si riaffaccia in politica con l’intenzione di fondare un nuovo partito di cui ieri, a Roma, è stato presentato il manifesto politico. “Manifesto per una nuova destra”, è il titolo, che si rifà a un saggio pubblicato proprio da Rossi poco tempo fa. Con lui c’erano due ex parlamenta­ri del Pdl, Nicola Bono e Daniele Toto. Le tappe sono un’assemblea costituent­e in autunno e il primo congresso in inverno, per correre col nuovo partito alle Politiche. “In tutti i

Paesi europei ci sono due destre, ma quella liberale non è mai alleata di quella estremista. Gli eredi di De Gaulle in Francia sostengono Macron, non vanno a braccetto con Marine Le Pen. In Italia vogliamo offrire un’alternativ­a a Salvini e Meloni, che non sono vera destra, ma puro populismo”, ha spiegato Rossi ieri, alla presentazi­one del manifesto, a Roma. Dove invece oggi saranno in piazza proprio Meloni e Salvini.

Tante, a sentirlo, le differenze con Lega e Fdi. “La destra non deve parlare per slogan, non deve andare dietro alla pancia delle persone ma deve guidarle, non si può essere contro l’europa. Noi, per esempio, siamo favorevoli al Mes”, osserva Rossi. “La destra, come la politica, deve pensare al domani e al dopodomani, e invece Salvini arriva al governo e fa quota 100, pensando solo ai pensionati, cioè al passato. La risposta della destra all’immigrazio­ne è quella di lasciar morire un bambino in mare? Io non credo…”, continua l’ex finiano. “Il problema – conclude – è che la politica deve avere il coraggio di decidere: il politico è l’architetto che costruisce il palazzo, non l’amministra­tore di condominio. Invece in giro vedo solo amministra­tori e anche mediocri…”.

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