Il Fatto Quotidiano

Il pm: “La bomba allo stadio legata all’impegno di B.?”

- LUCIO MUSOLINO

Ci sarebbe un collegamen­to tra l’accelerazi­one che il boss Giuseppe Graviano ha dato al progetto del fallito attentato all’olimpico, nel gennaio 1994, e la nascita di Forza Italia. Il sospetto è del procurator­e aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo. Ieri è proseguita la sua requisitor­ia del processo “‘ Ndranghe ta stragista” che vede imputati il boss di Brancaccio e il referente dei Piromalli, Rocco Santo Filippone, accusati dell’omicidio di due carabinier­i avvenuto pochi giorni prima della tentata strage a Roma. “Non è che la fretta di Graviano per portare a termine il fallito attentato all’olimpico era legata al fatto che la settimana dopo sarebbe stata annunciata la discesa in campo di Berlusconi?”. Il pm Lombardo si è posto questa domanda dopo aver ascoltato il pentito Gaspare Spatuzza secondo cui Graviano, al bar Doney di via Veneto, gli avrebbe detto: “Abbiamo il Paese nelle mani. Bisogna dare il colpo di grazia”.“che senso ha il colpo di grazia se hai già il Paese nelle mani?”. La risposta l’ha data nei mesi scorsi lo stesso Graviano parlando in aula pur avendo la possibilit­à di non farlo. “Non possiamo far finta di non aver sentito la frase – spiega il pm – di Graviano: ' Mi chiesero di non fare cessare le stragi’. Tra il 23 e il 30 gennaio 1994 in Italia doveva succedere qualcosa. Graviano lo sapeva e per questo aveva fretta. Rimaniamo in prudente attesa che, anche su questo fronte, si possano dare risposte. La distanza tra il bar Doney e l’hotel Majestic (dove è nata Forza Italia, ndr) è di 120 metri. Come direbbe Lucarelli: questa è un’altra storia. Ma non è un’altra storia”.

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