Ferri: tanti scandali, ma resta giudice. Csm e Pg immobili
Trani, Calciopoli, P3, Palamara, Franco...
■venerdì prossimo l’anm potrebbe, per l’ennesima volta, non decidere sulle sanzioni al magistrato-politico, sfiorato da mille indagini e passato attraverso altrettante “porte girevoli”
Quella del magistrato (in aspettativa) Cosimo Ferri, politico di lungo corso, è una storia lastricata di incontri, di telefonate tutte da chiarire. Alcune volte sull’orlo di un esame del Csm, dell’anm che ha i processi interni per violazione del codice deontologico, finora l’ex consigliere del Csm, re delle nomine prima ancora di avere al fianco Luca Palamara, era stato un intoccabile. Quando, però, si è appreso a fine maggio 2019 dell’incontro notturno che c’era stato il 9 all ’ hotel Champagne, nella capitale, insieme a Palamara, al deputato renziano
Luca Lotti e a 5 togati del Csm, per determinare il procuratore di Roma, anche per Ferri le cose si sono messe male.
Il deputato renziano avrà un mese di luglio pieno di spine. Venerdì prossimo si riunisce il Cdc dell’anm, il “parlamentino” del sindacato delle toghe. Sarebbe l’occasione per votare su quale sanzione comminare a Ferri. Secondo quanto risulta al Fatto , però, al momento il suo caso non è all’ordine del giorno perché non è certo che il collegio dei probiviri, che deve proporre la sanzione ai “giudici” del Cdc, si riunisca in tempo. Già il 20 giugno scorso Ferri poteva o essere espulso dall’anm, come Palamara, o sospeso magari per 5 anni, come l’ex Csm Paolo Criscuoli tra i presenti all’hotel Champagne (gli altri 4 ex togati si erano dimessi).
INVECE, per Ferri c’è stato un ritorno della pratica ai probiviri perché avevano dato ragione all’attuale deputato: non ho pagato le quote associative, quindi non faccio più parte dell’anm. Ergo, non potete giudicarmi. Tesi sbugiardata dal
Verso il rinvio Venerdì l’anm potrebbe non decidere sulla sanzione per gli incontri con Palamara e Lotti
Cdc: ha pagato le quote, carta canta e, diversamente, sarebbe moroso, non fuori dall’anm. Ma i probiviri, nonostante la magra figura di non esserci arrivati da soli a una conclusione così elementare, non si sono ancora riuniti. Come se non ci fosse di mezzo la credibilità della magistratura, precipitata nell’abisso. In questi giorni si è pure appreso che Ferri, nel 2014, quando era sottosegretario alla Giustizia, ha accompagnato il giudice della Cassazione Amedeo Franco dal suo ex imputato Silvio Berlusconi per dissociarsi dalla sentenza di condanna che aveva firmato.
I guai più seri per Ferri, comunque, arrivano dalla procura generale della Cassazione guidata da Giovanni Salvi: è finito sotto processo disciplinare per la vicenda dell’hotel Champagne così come Palamara e i 5 ex togati del Csm. La sua posizione è, però, particolare, dato che è un deputato: su richiesta del Pg, il 21 luglio, alla prima udienza, il collegio disciplinare del Csm dovrà chiedere, con un’ordinanza, un’autorizzazione alla Camera per l’uso delle intercettazioni.
Nonos tante sia finito spesso nella bufera, una sola volta Ferri, in passato, ha rischiato in concreto di avere una pratica aperta al Csm: nel marzo 2010 la chiesero, senza successo, ben
15 consiglieri al Comitato di presidenza a guida Nicola Mancino. Volevano verificare i rapporti tra Ferri, allora togato di Magistratura Indipendente e il commissario dell’agc o m Giancarlo Innocenzi, che gli aveva chiesto suggerimenti su come scrivere un esposto per far chiudere Annozero di Michele Santoro, sulla Rai, dietro richiesta di Berlusconi. Non ebbe conseguenze neppure nel 2014 quando da sottosegretario alla Giustizia, quindi con un ruolo politico, Ferri inviò sms ai magistrato per far votare al Csm due suoi pupilli: Luca Forteleoni e Lorenzo Pontecorvo, eletti. Una grave interferenza che, però, per l’anm meritò solo un comunicato di critica.